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Beatles, McCartney al veleno contro Lennon: "Un martire dopo la morte"

Paul si toglie qualche sassolino dalla scarpa nell'intervista concessa ad Esquire. Il musicista inglese spiega la frustrazione patita con la morte di John.
John Lennon e Paul McCartney

Paul McCartney contro John Lennon. Potrebbe essere questo il titolo della nuova puntata del tormentato dualismo tra i due membri più creativi dei Beatles, la band originaria di Liverpool che ha fatto la storia della musica.

Durante una recente intervista rilasciata ad Esquire, Paul non ha usato mezzi termini per descrivere la frustrazione vissuta dopo l'assassinio di Lennon nel 1980. Il musicista 73enne è convinto che la morte prematura di John lo abbia trasformato in un martire:

Quando spararono a John, oltre all'orrore puro della tragedia, la cosa che si pensava era che John adesso è un martire. Un JFK. La cosa ha iniziato a frustrarmi perché la gente iniziava a dire che lui era i Beatles. E io, George e Ringo pensavamo che un anno fa eravamo tutti sullo stesso piano.

McCartney usa la mano pesante contro Lennon, ma è ancora abbastanza lucido per affermare che l'autore di Imagine era il più creativo dei Fab 4:

Certamente John era il più brillante di noi e dopo i Beatles fece ancora grandi cose ma anche cose di qualità non eccelsa, ma il fatto che è stato fatto martire lo ha elevato a livello di James Dean se non oltre. Sapevo percioò che ci sarebbe stato del revisionismo. Sarebbe diventato che John è l'unico. Gli amici mi dicevano di non preoccuparmi, che la gente sapeva la verità. Ma poi iniziarono a succedere strane cose.

A cosa si riferisce Paul con "strane cose"? Niente panico! A chiarire le suddette parole ci ha pensato lo stesso McCartney con un vero proclama di accuse contro Yoko Ono: "Yoko Ono parlava alla stampa dicendo che io non faceva nulla, se non prenotare lo studio . Vaf......., cara! Aspetta un attimo, la gente lo sa che non è vero".

Prima di concludere, l'inossidabile McCartney torna sulla spinosa questione dei brani scritti senza l'apporto di Lennon, ma che in ogni sede e supporto vengono ricordate come ad opera di Lennon-McCartney: 

Tutto nacque per essere arrivato in ritardo ad un appuntamento con Lennon e il primo manager del gruppo, Brian Epstein. Mi dissero che le canzoni sarebbero apparse sugli album come opera di Lennon-McCartney. Dissi Ok, ma proposi di alternarci o di mettere invece McCartney-Lennon per quelle scritte da me. I due dissero sì, ma non accadde mai.

Una ferita mai rimarginata per Paul, ma ai fans più accaniti del gruppo britannico non importa quale nome sia impresso sulla copertina dell'album di canzoni come questa. Guarda il nostro video.

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