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Per Gene Simmons il rock è morto e la colpa è dei download illegali

In un'intervista a Planet Rock, il frontman dei Kiss sostiene che chi scarica musica gratis sta impedendo ai prossimi Beatles di nascere, oltre ad uccidere il rock.

Francesco Cutello Autore:

Pubblicato: | Aggiornato:

Gene Simmons

E' sempre la stessa storia: musicisti contro download illegali.  E questa volta il musicista in questione è una delle leggende del rock: Gene Simmons.

Il leader dei , in un'intervista rilasciata a Planet Rock, si sfoga contro l'odierno sistema che impedisce agli artisti di guadagnare dalla loro produzione, in un mercato dove diventa quasi impossibile veder pagati i frutti del proprio lavoro.  

"La mia è una critica verso i fan", ha spiegato il leader dei Kiss. "Loro hanno deciso che il modo di usufruire della musica è ormai attraverso il download, il filesharing e lo streaming. In questo modo stanno uccidendo il prossimo Elvis Presley, i prossimi Beatles e i prossimi Kiss".

"Le nuove modalità di acquisizione della musica da parte degli ascoltatori", continua Simmons, "non permettono più ad artisti o cantautori di emergere, stroncando nuovi progetti sul nascere". 

I musicisti si trovano di fronte all'impossibilità di vedersi commisurare un compenso adeguato per il tempo passato nella composizione e i fan non si rendono conto del danno che apportano allo sviluppo di nuovi talenti. 

Insomma, la solita vecchia storia. Io artista produco e voglio essere pagato, io consumatore non sono disposto a pagare una nuova release avendo un mercato digitale immenso e gratis a disposizione. Un dialogo in cui tutti hanno torto e tutti hanno ragione. 

Fin dai tempi di Napster e dai download di musica gratis, il percorso di fruizione musicale si è andato via via evolvendo per riuscire a garantire agli artisti un congruo compenso al loro lavoro, seguendo la strada del compromesso: io ti offro la musica a poco prezzo, ma quel poco lo devi pagare.

Oggi siamo al punto in cui i servizi di streaming, primo fra tutti Spotify, condividono i guadagni di pubblicità e abbonamenti fra i vari artisti in base alla quantità di ascolti generati. Un sistema che ha ancora diverse falle e che non ha decisamente risolto il problema tra fans e musicisti, definendo una suddivisione degli utili non proprio imparziale e meritocratica. 

E fino a quando il lavoro dell'artista sconosciuto non sarà adeguatamente ricompensato, non potremo che dare ragione a Simmons, e ritrovarci una marea di e come se fossero le vere nuove proposte musicali.

 

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