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Nameless, viaggio nell'eccellenza EDM italiana

Conclusa l'edizione 2015 del festival lombardo, si torna al lavoro per il prossimo anno. Alberto Fumagalli, mente dell'evento, ci svela i dettagli più interessanti.

Antonio Gargano Autore:

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Nameless Music Festival, il logo dell'evento

L'estate italiana è appena partita con i suoi eventi principali del panorama EDM, ma lo slancio musicale del 2015 è senza dubbio giunto dal Nameless Music Festival. L'appuntamento lombardo, andato in scena a cavallo tra la fine di maggio e l'inizio di giugno, ha fatto registrare un notevole picco di crescita sia sul piano della qualità, sia dal punto di vista dell'affluenza. Alberto Fumagalli è tra i protagonisti di questo brillante progetto, anche grazie al suo ruolo in "aNight", la Srl dedita alla produzione e alla promozione della nightlife di casa nostra.

Il team del Nameless

Dal 2010, Alberto è alla guida del team che, di fatto, ha ideato il . Una sfida che parte da lontano, dalla Winter Music Conference 2012 di Miami, ma che sta dando frutti importantissimi a tutta la scena della Lombardia e, più in generale, dell'Italia che balla. Nell'intervista ai nostri microfoni, dunque, vengono svelati tutti i dettagli organizzativi, senza tralasciare importanti anticipazioni sulla versione 2016.

Nameless Music Festival Stage 2015Copyright Simone Tadiello
Nameless Music Festival, lo stage del 2015

Alberto, l'edizione 2015 del Nameless è stata senza dubbio quella del salto di qualità. Vi ritenete soddisfatti del lavoro compiuto?

Mi ritengo davvero soddisfatto, dopo tanti sacrifici siamo riusciti a compiere un passo importante, ma c'è ancora molto da lavorare in vista dei prossimi anni. Dobbiamo migliorare su mille piccoli aspetti, è necessario puntare ancora di più sull'experience e migliorare tutti i servizi correlati al festival. Tracciando un bilancio dopo l'ultima edizione, credo che siamo arrivati ad un punto di equilibrio: abbiamo dimostrato il nostro valore ed ora è il momento di puntare ancora più in alto, sfruttando l'esperienza fatta in questi anni per provare a diventare un punto di riferimento nel panorama EDM internazionale.

Nonostante la grande attesa per gli artisti stranieri, avete dato ampio spazio ai DJ italiani: Benny Benassi, Vinai e Merk & Kremont su tutti. Vuol dire che l'Italia sta finalmente rispondendo al richiamo EDM?

Certo che sì, e non cadiamo nell'errore di considerare la sola Big Room. Gli italiani sono da sempre artistici e creativi, hanno già scritto la storia della musica dance ancor prima che si chiamasse EDM. Se l'hanno fatto, è perché hanno buon gusto e sanno come coinvolgere e divertire. Forse abbiamo perso una generazione di producers, ma quella appena sbocciata sta facendo cose fenomenali. Manca solo un briciolo di spirito collaborativo alla olandese: sono convinto che, in quel caso, avremmo in pugno la leadership della musica elettronica mondiale.
 
 
La location di Barzio è stata confermata anche per l'edizione 2016. Cosa la rende così speciale?
 
Barzio è speciale perché ci offre una posizione unica, ma comunque vicina alla città. Siamo a 50 minuti di auto da Milano, siamo immersi nel verde, la pubblica amministrazione di Barzio e Pasturo ci sostiene ed è felice del ritorno turistico che l'evento sta garantendo a tutta la Valsassina. Come potremmo pensare di spostarci da un'oasi così felice? Penso ai ragazzi che quest'anno hanno soggiornato al camping: a fine serata c'è una distesa verde che funge da letto naturale, poi comincia un altro giorno all'insegna dei pranzi in agriturismo. Sono convinto che anche questo fa parte dell'emozione di vivere un festival in una location non convenzionale. Essere a contatto con la natura è uno degli aspetti su cui puntare per differenziarci dal resto del mercato.

È ancora presto per definire date e lineup del prossimo anno. Ci sono anticipazioni da svelare?

Al momento stiamo cominciando a progettare la prossima edizione. Il Nameless durerà ancora tre giorni e sarà svolto nel consueto periodo della festa della Repubblica. Riguardo alla lineup è prestissimo: proveremo a migliorare ancora partendo dal lavoro di quest'anno, a mio parere molto brillante. Abbiamo cercato di alzare il livello medio dei set, puntando su tanti nomi di spessore anziché su pochi vip, e la strategia ha pagato tantissimo dal punto di vista del coinvolgimento. Di sicuro è una scelta che non ci potevamo permettere negli anni passati, perché comporta costi notevolmente più alti. Il mio sogno sarebbe ripeterci, magari aggiungendo qualche ciliegina sulla torta.

Il processo di crescita non si ferma certamente qui. Quali sono le aspettative per la prossima edizione?

Ho sempre pensato che il primo problema dei festival in Italia è che non c'è un mercato. L'italiano medio non riesce a comprendere la differenza che c'è tra un festival ed un evento con un dj famoso in un palazzetto o in un club. Clima, atmosfera e coinvolgimento sono componenti completamente differenti in base alla location. La mia aspettativa è quella di riuscire a rendere il Nameless un argomento di discussione, un punto di riferimento per questa tipologia di appuntamenti: è lo snodo fondamentale per uscire dai confini e renderlo ancor più affermato a livello internazionale.

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