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Steve Jobs, la morte dell'ultimo visionario

Steve Jobs e la sua morte hanno colpito Apple e il mondo intero: addio a un grande uomo, anche per la musica.

Andrea Sala Autore:

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La morte di Steve Jobs è stata tranquilla e ad accompagnare il visionario di Apple c'era tutta la sua famiglia. Lo rivelano i media statunitensi che, ieri, hanno diffuso la triste notizia della scomparsa del 56enne guru della mela morsicata.

Il primo messaggio è stato lanciato dalla stessa Apple, con una nota inviata all''Associated Press: "L'intelligenza di Steve, la sua passione ed energia sono state la fonte di innumerevoli innovazioni che arricchiscono e migliorano le nostre vite. Il mondo è immensamente migliore grazie a Steve", recita il comunicato.

Poco dopo anche la home page del sito di Apple è stata cambiata per celebrare l'ultimo visionario del mondo della tecnologia.

Il grande innovatore ed ex-CEO di Apple ha ceduto al tenace cancro al pancreas che lo tormentava dal 2004: Jobs aveva preso congedo per motivi di salute dalla società all'inizio dell'anno per poi abbandonare definitivamente il suo amato ruolo di presidente e guida di Apple, a fine agosto.

La battaglia di Jobs contro la malattia comincia nel 2003, con la prima diagnosi di tumore al pancreas, mentre nel 2008 Jobs stupì tutti per la sua magrezza causata da un non ben definito "problema ormonale". Nel 2009, poi, l'ex-CEO si allontanò ancora da Apple per un trapianto di fegato.

L'ultimo progressivo distacco di Steve Jobs dall'amata Apple di quest'anno faceva presagire una ricaduta del brutto male. La sua assenza alla presentazione di iPhone 4S di due giorni fa è stata assordante.

La morte di Steve Jobs si porta via alcune delle più grandi e controverse idee che hanno cambiato il mondo degli uomini, dell'elettronica di consumo e anche della musica: non ci sarebbero gli iPod senza Jobs, non ci sarebbe iTunes (vera àncora di salvezza dell'industria musicale) senza di lui e la musica sarebbe un piacere da godersi solo a casa.

E ancora senza Jobs e il primo iPhone non ci sarebbero stati gli smartphone touch, né ci sarebbe stato l'attuale boom dei tablet, senza iPad

Steve Jobs e la sua morte, però, colpiscono più in profondità, perché non è stato solo un grande innovatore: la sua grandezza andava oltre i meri prodotti e spesso sconfinava nella saggezza e nella lungimiranza dei grandi uomini.

È solo per merito suo se Apple è la florida super potenza di oggi. Proprio a Cupertino i fan di Jobs stanno compiendo un ideale pellegrinaggio davanti al luogo che l'ha reso celebre: nella sede di Apple le bandiere sono a mezz'asta e si è sentito il suono di cornamuse sulle note di Amazing Grace.

Davanti ad un iPad bianco con una foto in bianco e nero di Mr Apple i fan stanno deponendo da ieri una miriade di fiori. Lo stesso presidente Obama ha commentato con tristezza la morte di Steve Jobs: "Steve è stato tra i più grandi innovatori dell’America, coraggioso abbastanza da pensare in modo diverso, audace abbastanza da credere di poter cambiare il mondo e con il talento sufficiente per farlo".

Steve Jobs lascia un'azienda in ottima salute, pronta a camminare con le proprie gambe. La sua assenza, comunque, peserà enormemente su Apple.

Fu lui stesso a fondarla 1976 con Steve Wozniak e Ronald Fayne, con l'entusiasmo e la testardaggine di chi sapeva di poter cambiare il mondo. L'inizio, però, è stato in salita e Apple faticava spiccare il volo, mentre i rivali Bill Gates e Windows conoscevano i primi successi.

Nel 1985, dunque, Jobs arruola l'ex-CEO di Pepsi John Sculley, con cui però gli attriti sono tali per cui Jobs abbandonerà l'azienda nel 1985. Durante gli 11 anni di lontananza da Cupertino Steve risollevò l'agonizzante Pixar, casa di produzione di film d'animazione, portandola alle stelle e cedendola a Disney per 7,4 miliardi di dollari.

Nel 1996, poi, Steve Jobs torna a Cupertino in un momento di estrema difficoltà di Apple: da quel momento in poi il visionario ha dato il meglio di sé, lanciando i prodotti più famosi dell'azienda.
In quegli anni Jobs diventa uno dei più carismatici personaggi della tecnologia, un uomo che dettava ogni nuovo trend e lanciava gadget hi tech di sicuro successo.

Ma Jobs è stato qualcosa di più, un uomo senza paura e un vulcano di idee rivoluzionarie. "Siate affamati, siate folli" diceva Steve Jobs ai neolaureati della Stanford University nel 2005: quattro semplici parole che, nel giorno della sua morte, rispecchiano a fondo la sua vita così piena di successi ma così breve.

La morte di Steve Jobs, però, non ce lo porterà via. Ogni iPod, ogni iPhone e ogni altro device con la mela, infatti, sono un monumento alla sua grandezza e un ricordo indelebile di un uomo che ha cambiato il mondo. Per davvero.


 

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