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Ibiza: i giorni di gloria sono finiti per la dance music?

Ibiza sta vivendo una fase di profondo cambiamento: l'isola delle Baleari rischia di perdere il suo status di Mecca della musica dance e diventare un luogo per soli turisti facoltosi.
Party d'apertura alla discoteca Space di Ibiza

È un periodo di profondo cambiamento per Ibiza, famosa per le sue folle notti e le sue tante discoteche che richiamano flotte di turisti, VIP e non, da ogni angolo della Terra. Ma la magia di un tempo sembra essere svanita. A conferma di ciò c’è l’imminente chiusura dello Space, dopo 27 lunghi anni.

Pepe Roselló, l’uomo che ha dato vita allo Space, alza le mani e impotente guarda la sua creatura destinata a essere fagocitata dall’impero Usuhaïa. Roselló si è arreso dinanzi al potente Abel Matutes Junior, signore delle notti d’Ibiza e figlio dell’ex ministro degli esteri, Abel Matutes Senior. Matutes, proprietario dei terreni su cui si erge lo Space, non ha rinnovato il contratto.

Il Gruppo Matutes ha in mente altri piani per quell’area. L’intenzione è di continuare con la discoteca, ma sarà qualcosa di radicalmente diverso, dedicato a un altro tipo di clientela e soprattutto facoltosa, come si apprende dalle parole di Matutes:

Vogliamo continuare con la discoteca ma dedicandola a un altro tipo di pubblico che sarà complementare a quello che abitualmente frequenta Usuhaïa.

Il DJ Carl Cox, pioniere delle notti di Ibiza e grande amico di Roselló, commenta con amarezza i cambiamenti di Ibiza, ma prima dà la sua solidarietà al proprietario dello Space:

Questa è la mia ultima stagione allo Space. È una cosa che non dipende da me. Pepe è stato qui per 27 anni. Per me è come un padre spirituale, è la mia famiglia. Ha 80 anni e adesso è costretto a mettere la parola fine a duo progetto. Lì ha avuto inizio la storia, ed è lì che ho passato i migliori anni della mia vita. Tutto è iniziato con la Ibiza hippie, con l’idea di un mondo libero e gente di mente aperta. Poi si è passato a un mondo fatto di soldi, jet privati, di consumisti con voglia di spendere.

Nel corso degli anni i prezzi per entrare in un club sono aumentati vertiginosamente. Un biglietto d’ingresso può costare anche 80 euro:

Abbiamo cercato di lottare contro i prezzi alti – spiega Cox – allo Space il costo dell’entrata è molto più basso, inoltre facciamo delle session gratuite e diamo la possibilità ai giovani DJ di fare esperienza.

Ma Ibiza com’è diventata il centro del mondo EDM? Gran parte del merito va a quattro DJ inglesi che fecero una vacanza nell’estate del 1987: Paul Oakenfold, Danny Rampling, Johnny Walker e Nicky Holloway. Conobbero DJ Alfredo, che all’epoca si esibiva all’Amnesia. Lì nacque il Balearic beat. Tornati a Londra, i DJ aprirono un club, gettarono il seme della musica techno e house in Inghilterra e al tempo stesso alimentarono il mito dell'isola spagnola.

Ballavi per tutta la notte in un open air club, guardando le stelle – racconta Paul Oakenfold – c’era un’energia speciale.

Oggi sono in tanti a parlare di Ibiza come profondamente trasformata. Se l’entrata in un club ha raggiunto prezzi esorbitanti, gli altri esercizi pubblici e commerciali si sono adeguati: una birra piccola in un bar può costare anche 13 euro.

Sono stato lì per 30 anni continua Oakenfold - ho visto personalmente come sono cambiate le cose… l’isola è diventata una fregatura totale.

Ibiza è sempre più un posto per turisti facoltosi che affittano lussuose ville e frequentano locali esclusivi, come l’Usuhaïa o il Blue Merlin o mangiano presso ristoranti specializzati in gastronomia mononucleare pagando fino a 1800 euro a persona. Tutti i grandi club hanno l’area VIP con bottiglie servite ai tavoli che costano centinaia di euro. Ma non finiscono qui le trasformazioni: se prima Ibiza era famosa per i suoi club all’aperto e gli afterparties, con l’introduzione delle nuove e rigide normative per limitare l’inquinamento acustico, molti locali hanno dovuto chiudere o veder diminuire considerevolmente i guadagni. Una situazione che Roselló commenta amaramente:

Non valorizzano il contributo che diamo al turismo sull’isola e ciò che la nostra industria rappresenta.

Ma alle ragioni degli imprenditori turistici, fanno da contraltare quelle della politica e dei residenti: l’isola è al collasso, come recentemente denunciato da Vicente Torres, capo del Dipartimento del Turismo. Durante l’estate le risorse scarseggiano, a cominciare dall’acqua potabile. C’è una limitata capacità di spazio (l’isola ospita in media 300mila turisti al giorno su una superficie di 572 km²) e le infrastrutture sono insufficienti a soddisfare le esigenze di tanta gente.

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