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Jim Morrison, 40 anni senza il Re Lucertola

A 40 anni dalla sua morte Jim Morrison - e la sua musica come leader dei Doors - continua ad appassionare milioni di persone. Il Re Lucertola è vivo.

Andrea Sala Autore:

Pubblicato: | Aggiornato:

Oggi, 3 luglio 2011, cadono i 40 anni della morte di Jim Morrison, leggendario - è il caso di dirlo - cantante e poeta leader dei Doors. E il Re Lucertola è più vivo che mai.

I fatti ci dicono che Jim Douglas Morrison spirò a Parigi il 3 luglio 1971, all'età di soli 27 anni. L'arresto cardiaco che gli fu fatale pare gli fosse stato causato da un overdose di eroina, il vero demone della sua vita.

Da quel momento le sue spoglie riposano nel cimitero parigino di Père Lachaise, un luogo che è diventato meta di un pellegrinaggio incessante di fan, turisti o semplicemente persone normali che vogliono rendere omaggio al controverso artista. Che nonostante tutto non vuole saperne di morire, nella memoria della gente.

Sì, perché a 40 anni dalla morte Morrison dimostra ancora di aver aperto, sfondato quelle "porte della percezione" che voleva a tutti costi trovare ed oltrepassare. Ce l'ha fatta? Sembra proprio di sì, se siamo qui ancora a scrivere delle sue opere.

Sei album dati alle stampe in 4 anni, 80 milioni di dischi venduti e tanta voglia di cambiare le cose. L'America del gli anni '60 fece presto a investirlo del ruolo di poeta di una generazione, sciamano di una rivoluzione culturale che predicava pace e libertà.

E lui lo fece, con l'aiuto degli amici Ray Manzarek (organo), Robby Krieger (chitarra) e John Densmore (batteria). I quattro tennero concerti memorabili, spesso interrotti dalla polizia per le frasi provocatorie di Morrison: come non ricordare quella strofa di The end che recitava "Father, yes son, I want to kill you. Mother, I will fuck you!”. 
Il successo fu inarrestabile.

Con il successo, però, giunsero anche i primi tormenti da poeta maledetto, stretto fra le maglie di un sistema - quello dello show biz - che non permetteva alla sua arte di spiccale il volo. Ecco che dopo il primo, acclamatissimo disco "The Doors", la band incide in fretta e furia "Strange Days".

La critica accoglie bene questo lavoro ma la magia è passata. Jim si butta su alcol e droghe. Le stesse droghe chegli furono fatali quel maledetto 3 luglio a Parigi.

A 27 anni Morrison moriva nel peggiore di modi: il referto medico parla di un collassio cardiocircolatorio, anche se il motivo è, secondo molti, da ricercare in un overdose. Questa sua fine, unita ai traguardi artistici raggiunti in vita, gli hanno appiccicato addosso il ruolo di poeta maledetto. Anche se Morrisono fu molto di più.

Sì, perché il Re Lucertola è diventato immortale, un mito, come tutti gli altri membri delllo sfortunato "club dei 27": assieme a Brian Jones, Janis Joplin, Jimi Hendrix e Kurt Cobain, anche Jim entrò di diritto in quella cerchia di rock star morte anzitempo, a 27 anni appunto.

Ebbene a 40 anni dalla sua morte Morrison è più vivo che mai. È fresca di proiezione la pellicola celebrativa di Tom DiCillo, "When you're strange", che comprende spezzoni originali dell'epoca '65-'71. E proprio oggi partirà da Parigi un lungo tour commemorativo - che arriverà anche in Italia - voluto proprio da Ray Manzarek e Robby Krieger, i due suoi ex compagni di band. Inoltre oggi verrà ripubblicata tutta la discografia dei Doors.

Perché anche loro, come altri milioni di persone, sono stati stregati dalla musica e dalle parole magnetiche del Re Lucertola. “I’m the lizard king, I can do anything”, recitava un verso di Jim Morrison.
A 40 anni dalla sua morte è chiaro che aveva ragione.

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