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I Fear Factory contro la musica in streaming

S'infoltisce la schiera di musicisti contrari alle piattaforme per la diffusione di musica in streaming. L'ultimo in ordine di tempo è Burton C. Bell dei Fear Factory.
Burton C. Bell

Gli artisti sono sempre più divisi sulla questione delle piattaforme che consentono di ascoltare la musica in streaming: per alcuni si tratta di una grossa opportunità, per altri è solo un altro modo per fregare i musicisti pagando due spiccioli. L'ultimo in ordine di tempo ad aver espresso parere negativo su Pandora e Spotify è Burton C. Bell, frontman dei .

Burton denuncia che Pandora e Spotify stanno sfruttando i vantaggi di una legge sui diritti d'autore risalente al 1940 quando, neanche si poteva immaginare la nascita di internet. Grazie a questa legge, gli artisti percepiscono una miseria dallo sfruttamento delle loro opere. Burton C. Bell prende ad esempio un brano di :

Il suo pezzo ‘Someone Like You’ è stato ascoltato 11 milioni di volte su Pandora e alla persona che ha scritto il pezzo è stata corrisposta una somma di soli 11.000 euro. Per 11 milioni di volte che il pezzo è stato ascoltato su Pandora! È ridicolo! È quello che fanno e Pandora sta combattendo per far sì che le cose restino così.

Di recente anche Scott Ian degli ha detto chiaramente di non gradire il comportamento di Spotify, affermando che la sua band non sta ricavando nulla dalla diffusione della loro musica in streaming. Il chitarrista, inoltre, ha detto di non capire quei musicisti che affermano di essere favorevoli alle piattaforme di musica in streaming.

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