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Lucio Battisti: quanto ci manca il Nostro Caro Angelo

Il 9 settembre del 1998 si spegneva uno dei cantautori più influenti e di successo della musica italiana, lasciando un vuoto incolmabile.
Lucio Battisti in bianco e nero

Era il 9 settembre del 1998 quando le radio e le televisioni annunciarono la morte di e la musica italiana dedicava un addio commosso all'interprete e musicista più influente della storia del nostro paese.

Lucio nacque a Poggio Bustone, il 5 marzo del 1943 e sin da piccolo ha mostrato le sue capacità di musicista con la chitarra, abilità che lo porteranno ad essere prima un autore di canzoni e testi e poi a diventare un vero e proprio cantante, forse il più grande in Italia.

Un Battisti giovanissimo si trasferì a Milano agli inizi degli anni '60, dove nei corridoi dell'allora Ricordi incontrò il paroliere Mogol. Un incontro che cambiò per sempre la musica italiana ed il destino di entrambi.

Battisti e Mogol nel loro leggendario viaggio a cavallo\
Lucio e Giulio

Prima di essere un personaggio, Battisti voleva essere considerato solo per la sua musica ed il suo lavoro. Fu anche per questa idea e per il fervore politico dei giovani degli anni '70 che Lucio decise di scomparire dalla scena pubblica consegnando involontariamente la sua immagine al mito.

Ma prima di relegarsi ad una vita appartata e lontano dai riflettori televisivi, Lucio ha consegnato alla storia alcune delle pietre miliari della musica: Balla Linda, Emozioni, Acqua azzurra acqua chiara, Il tempo di morire, Emozioni, Non è Francesca e tante altre canzoni ancora da costituire un elenco chilometrico.

Ogni volta che negli anni '60 e '70 usciva una sua canzone, era un successo assicurato. Il duo Battisti-Mogol dominò letteralmente la scena musicale dell'epoca.

Questi brani sono rimasti nell'immaginario collettivo per la semplicità degli accordi e per i testi di Mogol che riuscì a rivalutare il tema dei sentimenti nelle canzoni in un periodo in cui il genere del brano a sfondo politico, in stile De Gregori e Guccini, la faceva da padrone.

Lucio Battisti a fine anni '70
Lucio in una foto dell'epoca

Qualche tempo fa intervistai Mogol durante un incontro all'Università degli Studi di Perugia e gli chiesi la ricetta per essere creativi ed originali anche in un contesto di normalità e quotidianità.

La sua risposta fu:

Basta fermarsi ed osservare bene per scoprire che l'originalità è una diversa prospettiva della normalità. Così potrai cogliere quella creatività a piene mani, come l'acqua in un ruscello.

Che dire, chapeau Maestro! 

La coppia compose canzoni anche per Mina, i Dik Dik, i Formula 3, Bruno Lauzi, regalando successi e vendite in alcuni casi anche inaspettate. Ad onor della cronaca, la canzone Io e te da soli è stata interamente composta da Lucio: parole e testo.

Anche dopo il suo allontanamento dalle scene, Lucio continuò a sfornare hit di successo insieme all'amico Mogol. Canzoni destinate a restare scolpite nella mente degli ascoltatori e che diventeranno fonte di ispirazione per le generazioni dei futuri musicisti e cantanti.

Tra queste ricordiamo i successi di: Anima Latina, Una giornata uggiosa, Il nastro rosa, Una donna per amico, Il nostro caro angelo e chi più ne ha, più ne metta.

Nella sua carriera Lucio ha dovuto subire feroci critiche per il timbro della sua voce e per la sua estensione vocale che nei live mostrava evidenti limiti. Nonostante questo l'autore de I Giardini di Marzo fu un grande performer ed esibizioni come quella insieme a nel 1972 sono entrate a far parte della storia della televisione italiana.

Lucio Battisti era una persona timida e per un cantante come lui non deve essere stato facile sopportare la luce dei riflettori. Forse era un uomo un pochino troppo sempliciotto, ma è riuscito comunque a diventare uno dei più grandi artisti della musica del Belpaese.

Dopo gli anni '80, concluso il sodalizio artistico con l'amico Mogol, per motivi ancora da chiarire, Lucio si è affidato al paroliere Pasquale Panella. I testi del poeta romano erano ambigui e ricchi di doppi sensi, a volte anche incomprensibili. Le vendite si sono mantenute comunque alte e Lucio si dedicò a sperimentazioni elettroniche ben presenti nei suoi ultimi album "Hegel" e "Cosa succederà alla ragazza".

Lucio Battisti durante una esibizione
Lucio Battisti

Infine la morte avvenuta nel 1998, quando aveva solo 55 anni, forse per un male incurabile ma comunque mai dichiarato ufficialmente. E dire che nel maggio del 1998 si era vociferata una sua collaborazione nel disco "Mina Celentano", pensato inizialmente come un trio. Poi non se ne fece più nulla e Lucio ci lasciò nel silenzio del quale si era avvolto e con la musica delle sue indimenticabili canzoni.

Prima di lasciarti al ricordo del capelluto cantante, eccoti un inedito di Mogol-Battisti sul tema dell'emigrazione: Il paradiso non è qui.

Ciao Lucio.

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