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Dokken: George Lynch parla della possibile reunion

Nuove prove di reunion per i Dokken. L'ex chitarrista George Lynch ha confessato che c'è una possibilità anche se ha ammesso che di riformare la band nella vecchia formazione degli anni '80 se ne discute ogni due anni.
L'ex chitarrista dei Dokken, George Lynch

Negli anni '80 i Dokken sono state una delle band di punta dell'hair metal. Nonostante i tanti cambi di formazione, la band ha continuato a incidere album e andare in tour. Adesso si torna a parlare di reunion con il chitarrista George Lynch e il bassista Jeff Pilson.

A dire il vero, le voci di un ritorno dei Dokken alla formazione degli anni '80 non sono mai cessate. Intervistato da Glide Magazine, George Lynch ha confermato le voci che si rincorrono da tempo ma di definito non c'è ancora nulla e non è detto che la cosa si concretizzi: "Il progetto della reunion dei Dokken è sul tavolo, è possibile. D'altro canto, se ne discute ogni paio d'anni... quindi, chissà cosa accadrà".

Se anche questa volta la reunion con i Dokken non dovesse andare in porto, George Lynch non se ne starebbe con le mani in mano e potrebbe registrare un album con Jeff Pilson e il cantante degli Stryper, Michael Sweet:

È da tempo che progettiamo di collaborare insieme io, Jeff Pilson e Michael Sweet ma i problemi sono logistici e di tempo. Jeff è molto occupato con i Foreinger, Michael ha un sacco di progetti in cantiere e a rendere la situazione più confusa c'è che Michael ed io abbiamo fatto un album sotto il nome Sweet & Lynch che in qualche modo ci preclude la possibilità a noi tre di fare un album come T&N [il progetto che ha coinvolto Lynch, Pilson e il batterista dei Dokken Mick Brown - ndr.], sono davvero confuso.

In una recente intervista al Washington Times, Don Dokken ha parlato sulla natura dei problemi con George Lynch:

Alla fine ho capito tutto quando abbiamo fatto il tour di reunion in Giappone, nel 1995. È ricominciato tutto: suonava dando le spalle al pubblico. Ogni volta che io parlavo ai fan, faceva del rumore con la chitarra, come un bambino. Gli ho chiesto quale fosse il problema e cosa potessi fare affinché le cose tra noi funzionassero. Lui si è avvicinato al backdrop indicando la scritta Dokken e dicendo che era quello il problema. Io gli ho detto che era il mio nome e anche quello della band e che lui non poteva farci niente.

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