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Kraftwerk al museo: la band rivisita i propri album al MOMA di New York

La band che ha inventato l'elettropop ritorna in pista nel prossimo aprile con otto concerti al Museum Of Modern Art.

Senza di loro, probabilmente, l'ondata elettronica nel pop anni '80, quella che ha coinvolto Depeche Mode, Human League, Soft Cell, Ultravox, OMD e molti altri, non ci sarebbe stata, oppure sarebbe stata diversa. Anche Bowie avrebbe avuto altre influenze, e di sicuro anche la techno avrebbe preso strade differenti: i Kraftwerk sono stati pionieri, ingegneri di un suono elettronico che nessuno aveva portato alle loro altezze prima di loro.

Oggi i Kraftwerk finiscono al museo: il MOMA di New York ospiterà otto concerti della band, a partire dal 10 aprile. Il quartetto di Düsseldorf si esibirà sugli otto album pubblicati in carriera, immortalando così il proprio lavoro. Accanto alla musica ci saranno immagini in 3D a supportare la carica innovativa del gruppo. I Kraftwerk si esibiranno anche su materiale nuovo e saranno capitanati da Ralf Hütter, unico membro originale dopo l'uscita di Florian Schneider nel 2008.

Il progetto Kraftwerk nasce proprio dall'incontro tra Hütter e Schneider a scuola, a fine anni Sessanta. I primi esperimenti vedono il gruppo cambiare formazione di continuo, giocare un po' con i suoni ma non produrre niente di memorabile fino al quarto album, "Autobahn" del '74. Con l'aiuto di minimoog, vocoder e sintetizzatori di ogni tipo, i quattro iniziano a rivoluzionare il mondo dei suoni del pop europeo, proprio quando altrove si gettano le basi del punk. Nel '77 esce "Trans-Europe Express", disco tra i più acclamati di Schneider e compagni.

Nell'82 arriva il singolo "Tour de France" e segna in qualche modo la fine dell'epoca d'oro per i Kraftwerk: il pezzo nasce dall'ossessione di Hütter per il ciclismo e il salutismo (aveva convinto gli altri membri della band a diventare vegetariani e ad allenarsi quotidianamente in bicicletta), ma dopo che Hütter stesso rimane in coma a causa di un incidente in bici, la band si prende una pausa, perde un paio di membri e passa in secondo piano rispetto alle nuove tendenze del pop, pur senza finire mai del tutto nel dimenticatoio. 

Il sito dei Krafwerk, raggiungibile cliccando QUI è un vero spettacolo di suoni e immagini.

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