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Spotify and co. vs Netflix, lo streaming audio supera film e serie tv

Gli utenti che hanno sottoscritto un abbonamento di streaming musicale hanno superato, nel 2016, gli abbonati a Netflix, il servizio online famoso per le serie tv.

Francesco Cutello Autore:

Pubblicato: | Aggiornato:

I vari servizi di streaming musicale tutti disponibili sulle app

Spotify batte Netflix 100 a 87.  Gli utenti che hanno sottoscritto uno dei vari servizi di streaming musicale superano il totale degli utenti Netflix per una decina di milioni di sottoscrizioni.  Questo è quanto viene rivelato da Midia, agenzia americana di analisi del settore musicale, in un recente report.

A dicembre 2016, secondo i dati pubblicati, sono poco più di 100 milioni gli utenti che hanno sottoscritto un servizio con uno dei diversi provider di brani musicali, mentre gli adepti di Netflix si 'fermano' a 87,7 milioni.  

Senza dubbio un dato interessante, anche se pronosticabile, in qualche modo.  Si tratta infatti di uno contro tutti.  Da una parte il colosso americano delle serie tv, dall'altra portali come Spotify, Tidal, Deezer, Apple Music, Napster e altri ancora.  

Fra questi, il detentore del primato di iscritti è Spotify, che di quei cento e passa milioni di utenti ne raccoglie il 43%, seguito a ruota da Apple Music, 20.9%, distaccando nettamente gli altri, che si fermano al 6.9% per Deezer, al 4.5% Napster e ad appena 1% Tidal.  

Da notare la larga fetta rappresentata da tutti gli altri servizi di streaming musicale che, accorpati insieme, rappresentano la seconda più alta percentuale dello share, il 21%.

Cifre significative, forse un po' sorprendenti se consideriamo l'incredibile boom delle serie tv degli ultimi anni e il successo mondiale di Netflix, che continua a sfornare contenuti freschi e attirare a sé fan da tutto il mondo.  Ma la musica è la musica, e in pochi possono prescindere da essa.  

Nonostante il fenomeno Netflix, infatti, questi dati mostrano come il settore dello streaming audio sia incredibilmente florido, anche dopo le polemiche sui diritti d'autore e le numerose 'class action' degli artisti contro lo sfruttamento del proprio lavoro.  I numeri non danno loro ragione, e l'ultima parola, in ogni caso, ce l'ha sempre il pubblico e le sue scelte sul mercato.

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