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Spotify boicottato da Taylor Swift e Black Keys

Taylor Swift ha deciso di non rendere disponibile il suo ultimo album su Spotify e non è la sola: anche i The Black Keys hanno deciso di togliere i loro successi.

Mattia Spotti Autore:

Pubblicato: | Aggiornato:

Taylor Swift e The Black Keys

Taylor Swift è sulla bocca di tutti e continua a far parlare di sé. Questa volta a fare notizia non è il suo album da record, il più venduto in tutto il 2014 a solo una settimana dal lancio, ma la sua “lotta” contro Spotify e lo streaming musicale. Taylor ha infatti deciso non solo di non rendere disponibile il suo ultimo lavoro, ma ha anche ritirato tutta la sua discografia in blocco facendo cancellare ogni sua traccia. La cantautrice statunitense ha messo così in atto la sua idea di combattere lo streaming, considerandolo una forma di pirateria.

Taylor Swift a New York
Taylor Swift sta portando avanti la sua lotta contro lo streaming musicale
La Swift non è l’unica a pensarla in questo modo. Come lei, migliaia di piccoli artisti hanno deciso di non rendere disponibile tutta (o solo parte) della loro discografia, ritenendo lo streaming musicale dannoso per le proprie carriere. Lo stessa linea di pensiero che tengono anche Daniel Auerbach e Patrick Carney, meglio conosciuti come . La band originaria dell’Ohio ha deciso infatti di non diffondere su Spotify gli ultimi due album, quelli che hanno segnato il loro successo internazionale.

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Naturalmente non mancano gli artisti italiani che seguono le orme dei colleghi d’oltreoceano. Ligabue aveva inizialmente rifiutato di pubblicare Mondovisione su Spotify, anche se poi è tornato sui suoi passi. Chissà se anche Vasco Rossi farà come Luciano e cambierà idea o "Sono Innocente", il suo ultimo lavoro, non vedrà mai la luce su Spotify.

Vasco Rossi in un fotogramma del video di Come Vorrei
Anche Vasco Rossi ha deciso di non rendere disponibile su Spotify il suo nuovo album
Quello che rende restii gli artisti (e in alcuni casi anche le case discografiche) è la percezione di ricevere troppo poco dallo streaming rispetto alla vendita di un disco sia in copia fisica che in digitale. Spotify ovviamente si difende dichiarando che più del 70% dei profitti va all’industria musicale, un dato che non riesce a dare alcuna sicurezza. D’altro canto, secondo una ricerca effettuata sulle royalities di Kobalt, nel continente Europeo Spotify ha generato nell’ultimo trimestre il 13% in più dei ricavi rispetto ad iTunes.

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Spotify può essere considerata ancora una novità, ma sta lentamente prendendo sempre più piede e si sta affermando come nuova frontiera dell’industria musicale. Non è quindi un’utopia pensare ad una libreria musicale completa e sempre aggiornata che racchiuda tutti gli artisti, dai Beatles a Taylor Swift, offrendo tutto il possibile su un unico portale web. Certamente la cantante americana ha fatto una bella mossa che le ha fatto guadagnare parecchia fama, ma non si sa quanto potrà portare avanti la sua idea.

Spotify non ha mancato di commentare questa decisione con un messaggio che appare alla ricerca del nome della cantante. Il commento, qui sotto riportato, si chiude con due playlist: una raccolta di brani che formano una supplica alla Swift e una seconda dal titolo poco lusinghiero, “Cose da ascoltare mentre Taylor non c’è”.

Speriamo che cambi idea e si unisca a noi nel costruire una nuova economia musicale che funzioni per tutti.

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