Nuove Uscite

Marinai, Profeti e Balene: l'odissea di Vinicio Capossela

Uscirà il prossimo 26 aprile il nuovo doppio album di Vinicio Capossela, intitolato "Marinai, Profeti e Balene", e sarà subito seguito da un tour.

Veronica Vee Autore:

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Uscirà il prossimo 26 aprile il nuovo doppio album di Vinicio Capossela, intitolato "Marinai, Profeti e Balene", e sarà subito seguito da un tour.

Vinicio Capossela ha messo in stand-by i suoi progetti musicali per un periodo abbastanza lungo. Il motivo? Dedicarsi alla letteratura, e considerata la poliedrica caratura del personaggio, davvero non dovrebbe stupire. È dunque forte di queste esperienze diversificate che il cantautore si ripropone al pubblico con queste nuovissime diciannove tracce che, per sua stessa ammissione, sono “un viaggio marino spaziando tra Moby Dick, Conrad e la Bibbia”.

Il mare e le sue profondità, dunque, ma valutati nei contesti iperbolici e metafisici, talvolta surreali, cui Vinicio ci ha abituati. E allora la profondità del mare diventa il destino ma anche la profondità dell’anima, talvolta soltanto una calma corrente, altre volte, invece, un oscuro baratro.


“Il primo disco è oceanico e biblico, il secondo omerico e mediterraneo”, specifica l’artista quarantacinquenne e si riferisce a "Marinai, Profeti e Balene" come ad un’opera “ciclopedica”. 

La lavorazione del disco è stata altrettanto particolare, perché itinerante. Partita dal Castello Aragonese di Ischia - posizionato a ottanta metri di altitudine e dove, per necessità di registrazione, è stato necessariamente trasportato un pianoforte a coda degli anni Venti - si è poi spostata a Creta, per muoversi successivamente a Berlino e infine a Milano.

Altrettanto erratico (e immediato) sarà il tour che seguirà l’uscita di "Marinai, Profeti e Balene": comincerà il 27 aprile a Genova, al Teatro Carlo Felice (sul magico mare ligure, tra i paesaggi aspri ben descritti da Montale), per poi toccare Parma, Torino, Bologna, Firenze, Ascoli Piceno, Torino (nuovamente), Milano e Roma, in una data conclusiva all’Auditorium Conciliazione. Ogni altro concerto sarà tenuto in teatro, certamente l’ambientazione più consona allo stile di Capossela e forse in grado di rendere un po’ meglio l’atmosfera semi-onirica dei suoi nuovi brani. 

In Dimmi Tiresia si parla di profeti e il mood è sofferto, dolce, ideale seguito al liturgico sound dell’opening Il Leviatano. La conclusione? Degna del nostro marinaio dalla voce roca: Le Sirene.

Incubi e deliri, sogni e speranze disattese, letteratura che si mescola, si fonde alla mitologia, alla leggenda, all’oblio di trasposizioni oniriche e visionarie. Non è un caso che il Sunday Times abbia recentemente dichiarato che Vinicio Capossela è “il più grande segreto e la più grande rockstar italiana” e che - finalmente! - in molti abbiano smesso di definirlo niente più che una copia sbiadita e nostrana dell'altrettanto geniale Tom Waits

Cento anni fa, Vinicio Capossela sarebbe stato circondato da uno stuolo di intellettuali adoranti. All’epoca del Romanticismo Letterario, sarebbe stato inglese o francese e si sarebbe accompagnato a Lord Byron, o a Rimbaud. In tempi ancora più antichi, sarebbe stato considerato un profeta cieco, forse folle. E se Omero avesse potuto scrivere di lui, forse sapremmo che volto avrebbe potuto avere questo Ulisse che ancora non riesce a tornare alla sua Itaca.

Noi, nel 2011, avremo tra le mani questi diciannove brani nuovi eppure così antichi, ancestrali. Non ci resterà che chiudere gli occhi, e ascoltarli mentre ci mordono l’anima.
 

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