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Questione Nonciclopedia: finalmente parla Vasco

Sulla questione Nonciclopedia si è espresso finalmente anche Vasco Rossi, da Facebook: si cercano i colpevoli delle pagine "diffamatorie".

Andrea Sala Autore:

Pubblicato: | Aggiornato:

Vasco Rossi finalmente si è espresso in prima persona sulla questione Nonciclopedia, dopo che gli interventi di Tania Sachs e del suo avvocato non avevano fatto altro che sollevare un vespaio di polemiche.

Da ieri sera si conoscono altri dettagli sul perché il sito satirico scritto dagli utenti sia stato chiuso: non è stato l'intervento delle autorità, come ipotizzato in un primo momento, ma si è trattato di sciopero.

La diffida per diffamazione spedita dai legali del Blasco agli amministratori di Noncliclopedia, infatti, ha fatto nascere una protesta degli stessi gestori del sito. Da qui la chiusura "per colpa di quelle persone che si prendono troppo sul serio", si legge sulla pagina principale di Nonciclopedia.

Ebbene, oggi Vasco ha pubblicato una nota su Facebook in cui rilancia e continua a sostenere di essere nel giusto: "Cosa pensiamo della libertà di espressione e altro lo testimonia l’esistenza di questo profilo per tutto quello che contiene, con il libero contributo di chiunque. Abbiamo chiesto ad anonimi gestori di un sito (secondo noi con contenuto diffamatorio) di rendere non anonimi i gestori e gli inserzionisti. La richiesta è stata considerata non ricevibile, la risposta è che il sito non può essere considerato responsabile dei contenuti anonimi diffusi".

Dalla dichiarazione, dunque, Vasco sposta il punto sull'anonimato, da sempre un punto fondamentale per Nonciclopedia: se il sito era quello che è stato, infatti, lo si doveva sopratutto alla completa libertà di espressione. Forse troppa, secondo un Vasco in cerca di colpevoli.

"Questo resta per noi un problema da chiarire, anonimi possono diffondere considerazioni del tipo: V. Rossi è un vecchio bavoso tossicomane che vende cocaina davanti alle scuole e deve la sua fama alla credulità di milioni di rimbambiti fatti e strafatti quanto e più di lui...", scrive ancora il rocker.

Insomma il nocciolo della questione è che Vasco cerca i colpevoli delle pagine satiriche, o diffamatorie, secondo lui. Il rifiuto da parte di Nonciclopedia, però, ha dato origine a tutta la faccenda, con la chiusura e l'intervento degli avvocati.

La battaglia fra il Blasco e Nonciclopedia, intanto, impazza su Facebook e Twitter: i commenti contro Vasco Rossi sono innumerevoli, anche da parte dei suoi fan. 

Perché il limite fra diffamazione e libertà di espressione, in questo caso, è davvero difficile da individuare. Sopratutto per il "social rocker" Vasco Rossi.

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