Frank Zappa: il genio iconoclasta celebrato a Mestre, Milano e Bologna

4 dicembre 1993: i media di tutto il mondo annunciano la morte di Frank Zappa, musicista fino alla fine dei suoi giorni, divorato lentamente dal cancro.
Gli stessi  media fautori del fagocitante consumismo americano, gli stessi mezzi su cui Zappa riversò i suoi testi dissacranti e provocatori, e dai quali venne costantemente censurato a causa di invettive troppo pungenti – o eccessivamente sincere.

Nipote di un emigrante siciliano, FK é il simbolo della protesta fatta musica, scultore sonoro munito di plettro, artista poliedrico e sperimentalista: i suoi generi spaziano dal rock'n' roll al blues, dal jazz al doo-woop, come fluidi che si incontrano, si dissolvono, si amalgamano in un alchimia priva di regole e di preconcetti.

Tra i suoi album più celebri troviamo “Freak Out”, “Hot Rats”, “Over Night Sensation”, che sono solo alcuni tra i capolavori che verranno riascoltati e meticolosamente ripercorsi nel corso degli eventi cebrativi di questi giorni.
Il 29 e  il 30 novembre, al Museo della musica di Bologna si é tenuto “Storie di Cucamonga: un omaggio a Captain Beefheart e FZ”, in onore di Zappa e del suo storico collaboratore Donald Van Vliet , con cui cominciò la carriera registrando jingles pubblicitari.

Ieri alla fabbrica del Vapore di Milano si é svolta la rassegna “Frank Zappa memorial berbecue“, rivelatrice di inediti per i fortunati presenti. Saranno invece dei prossimi giorni queste altre celebrazioni musicali: stasera, al circolo ‘Bunker’ di San Matteo Decima (Bo) suoneranno gli “Ossi duri”insieme a Ike Willis, mentre a Mestre, il 6 e il 7 dicembre, ci terrà una kermesse organizzata da Debra Kadabra, storica fanzine zappiana.

Anche noi vogliamo rendere omaggio ad una delle più complesse e poliedriche figure della storia del rock, ascoltando un brano pescato nella sua prolifica discografia, “Hungry Freaks, Daddy” tratto dal primo, parodistico e corrosivo album “Freak Out!”.

Che l'anima di Frank Zappa riposi in pace (anche se la pace non era il suo forte).