Moby a Bologna, talento e modestia (VIDEO)
Ieri Moby era a Bologna per presentare il suo nuovo libro fotografico e inaugurare la mostra dei suoi scatti a L'Inde Le Palais, che durerà fino al 28 luglio.
Modesto e timido come sempre, l'artista americano è arrivato nella città emiliana intorno alle 16, concedendosi anche un passeggiata per le vide del centro e godendosi il fatto che nessuno lo riconoscesse: "Bologna mi è sembrata un posto dove la gente realmente vive, non frequentata solo da turisti” ha scherzato “buffo poi che io parli male dei turisti dato che oggi anch’io lo sono”.
Il Dj, musicista e anche fotografo si è dimostrato modesto - ma si sapeva - anche se pian piano si è concesso a giornalisti e fan. Prima del concerto al Museo Civico Archeologico, infatti, Moby ha parlato di album e libro, riuniti sotto lo stesso titolo, "Destroyed".
Vestito come qualunque 30enne newyorkese, jeans, maglietta blu, sneakers e occhiali, Moby ha snocciolato fatti e commenti sulle sue ultime produzioni artistiche, sull'insonnia che lo tormenta sin da bambino e l'estraniamento artistico che funge da motore per la sua musica: "La mia fotografia si rifugia nella dimensione intima; come la musica è un modo per dare un senso alla stranezza dei mondi in cui mi trovo".
Alla domanda circa il rapporto fra musica e letteratura, data la sua parentela con lo scrittore Melville di Moby Dick - da qui il suo nome d'arte - Moby risponde disarmante: "bella domanda, ma non posso rispondere".
L'artista si è anche sbilanciato sulla politica. Obama, secondo lui, è un buon presidente e non andrebbe giudicato come un super eroe o una rockstar, ma come un politico.
E Berlusconi? "Non conosco personalmente Berlusconi ma è strano quando il capo del governo è anche il più ricco e non mi sembra dotato per avere a che fare con i problemi che ci sono, se fosse un attore sarebbe perfetto, ma non lo è", ha detto Moby.
Successivamente la star americana è tornata nella sua veste originaria, quella di musicista, esibendosi in un concerto esclusivo davanti a circa 300 persone. Non prima di aver firmato almeno 150 copie del libro ad altrettanti fan.
Chitarra in mano e con l'accompagnamento del violino di Liz Liew e della straordinaria voce di Joy Malcom, Moby ha suonato per circa 40 minuti con le consuete atmosfere intimiste. Nel breve live l'artista ha regalato al pubblico bolognese le sue perle, come Why does my heart feel so bad?, Porcelain e We are all made of stars.
E tanto talento e umiltà.
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