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Revocato il permesso di ritardare la chiusura in occasione del closing

L'episodio si aggiunge a quanto avvenuto a luglio in occasione dell'arresto del titolare e di altre tre persone e del sequestro di 300.000 depositati in due banche

Leandro Spilla Autore:

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Revoca permesso chiusura per il closing dell'Amnesia

Tempi duri corrono per l'Amnesia di Ibiza.

Il Consiglio comunale di Sant'Antonio ha deciso di revocare l'autorizzazione che permetteva allo storico locale di protrarre il closing party di sabato 8 ottobre fino alle ore 12 della domenica seguente, come avviene ormai da anni in questa occasione.
Il vice-Sindaco, nonché Assessore all'Urbanistica e alle Attività Produttive, Juanjo Ferrer, ha spiegato che tale decisione è la conseguenza "della reiterata violazione dell'orario di chiusura imposto alla discoteca".
Infatti l'Amnesia aveva già accumulato tre segnalazioni per lo sforamento dell'orario negli due ultimi giorni.

In particolare, durante un controllo avvenuto ieri alle ore 7.30, la polizia ha trovato il club ancora aperto per lo svolgimento del Music On, quando la normativa richiede di abbassare la saracinesca alle sei, e lo ha denunciato.
Nonostante la notifica dell'illecito, gli ulteriori reclami e gli avvertimenti degli agenti in auto, alle 9 del mattino l'Amnesia era ancora in piena attività e registrava un vivace movimento.
Così, constatato che i responsabili avevano di fatto ignorato la precedente prescrizione, si è proceduto con una seconda denuncia.


Quest'ultimo episodio conclude una stagione già di per sé abbastanza travagliata per il locale.

A Luglio gli agenti della Guardia Civile si erano presentati nelle filiali di due banche, Banco Sabadell e BMN, per sequestrare, su ordine del tribunale, più di 300.000 euro riposti in due cassette di sicurezza appartenenti a Martin Ferrer, titolare dell'Amnesia. 
Queste cassette erano già state registrate e sigillate all'inizio del mese, durante la prima fase dell'operazione lanciata dall'Unità Operativa Centrale della Guardia Civile e dall'Agenzia delle Entrate per la presunta commissione di reati contro il Tesoro e il riciclaggio di capitale.
Culmine di tale attività investigativa erano stati l'arresto di Ferrer, del figlio, di un contabile e di un'altra persona.

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