Jay-Z difende Tidal: Non è un flop, siamo appena nati, dateci tempo
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Solo un mese fa ha rilanciato Tidal, il servizio di streaming musicale a pagamento che avrebbe dovuto opporsi a Spotify e fungere da garanzia per gli artisti che decidono di aderirvi.
Il progetto però non ha ottenuto i risultati sperati, complice forse il fatto che alla cifra richiesta per accedervi non corrispondano contenuti per i quali si sarebbe disposti a spendere quella cifra o più. L'app di Tidal non compare più nemmeno nelle lista delle 700 app più scaricate su iPhone negli Stati Uniti.
Gli ultimi a criticarlo in ordine di tempo sono stati i che, a differenza di molti altri colleghi che invece vi hanno aderito, hanno detto che Tidal è gestito da "una nuova classe di fottuti plutocrati" che non farebbero nulla a favore dei musicisti emergenti.
Il rapper ha allora deciso di parlare in prima persona cercando di mettere a tacere le critiche e chi è stato subito pronto a definire l'operazione un flop.
Qualche giorno fa si è lasciato andare su Twitter a quello che lui stesso ha definito "un flusso di coscienza", pubblicando una lunga serie di messaggi identificati con l'hashtag #TidalFacts nei quali ha difeso il suo progetto.
"Gli artisti indipendenti che lavorano con noi sono proprietari al 100% della loro musica [...] TIDAL è il posto dove gli artisti posso dare ai propri fan più di ciò che gli viene offerto dagli intermediari" ha cinguettato.
La sua richiesta principale è quella di dare a Tidal, servizio appena nato. il tempo necessario per farsi conoscere bene e affermarsi sul mercato: "Non siamo perfetti ma siamo determinati".
Il tempo gli darà ragione o Spotify continuerà a essere il servizio di streaming preferito?
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