Le dieci canzoni più brutte degli anni Novanta secondo NME
È sempre tempo di revival, ma non sempre in senso positivo. Ci sono, è vero, le canzoni belle, struggenti, i dischi che ci fanno pensare al passato con nostalgia, cantanti e gruppi che ti fanno dire: "Non ce ne sono più come loro..."
Poi ci sono le schifezze: la rivista inglese NME ha stilato una parziale e molto soggettiva classifica dei 10 pezzi più brutti degli anni '90. Ovviamente lo sguardo è rivolto soprattutto al pop angloamericano (ed è un peccato, perché un paio di pezzi italiani avrebbero forse meritato il podio...).
Comunque, la classifica, vede al decimo posto la semisconosciuta (almeno da noi) Billie con "Because we want to",
ma già al nono posto arriva una stella, Ricky Martin, con la celeberrima "Livin' la vida loca", scelta come simbolo di tutta la fascia del pop latino che impazzava nel periodo.
The Lighthouse Family con "Lifted" si aggiudica l'ottavo posto, mentre farà sobbalzare molti la scelta di "Zombie" dei Cranberries per il settimo posto: sotto tiro sia le parole ("presumibilmente scritte da un pesce rosso" secondo l'autore dell'articolo) sia i vocalizzi gutturali di Dolores O'Riordan.
Al sesto e quinto posto due fugaci sensazioni pop come Savage Garden e Lene Marlin, mentre "Faith" dei Limp Bizkit si accomoda al quarto posto, appena sotto al podio.
Al terzo c'è invece un dj di solito molto amato dalla critica, Fatboy Slim, con "Praise You".
Al secondo una canzone che oggi, dopo la Costa Concordia, mette qualche brivido in più: "My heart will go on", colonna sonora di "Titanic", eseguita da Celine Dion. And the winner is... "Love is alla around", degli Wet Wet Wet:
Ve la siete gustata tutta quanta fino in fondo?
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