Musica, copyright passa da 50 a 70 anni
La UE prova a tutelare il mondo della musica anche dal punto di vista legale: il copyright relativo ai diritti d'autore per interpreti e produttori, infatti, è appena stato esteso da 50 a 70 anni.
La decisione europea ha ottenuto la maggioranza, è vero, ma ha spaccato i paesi votanti in due scuole di pensiero: gli astensionisti (Austria ed Estonia) e quelli apertamente contrari (Belgio, Repubblica Ceca, Lussemburgo, Olanda, Romania, Svezia e Slovacchia).
La nuova norma, che dovrà essere inserita nelle leggi dei paesi membri entro due anni, automaticamente assegna per 70 anni il copyright su un brano musicale agli autori e al produttore. Secondo le stime della UE l'estensione dovrebbe fruttare agli artisti fra i 2mila e i 150mila euro in più l'anno, in base alla popolarità di una canzone o di chi l'ha composta.
Uno dei motivi principali che ha spinto la UE a riconsiderare la questione, però, è stato l'innalzamento dell'aspettativa di vita: oggi le persone vivono più a lungo e il limite di 50 anni non garantiva i diritti agli autori per la loro intera esistenza.
Michel Barnier, Commissario europeo per il mercato interno, ha infatti dichiarato: "Con l'aumento delle aspettative di vita, il termine di protezione di 50 anni era chiaramente insufficiente. Nonostante la loro musica e le loro canzoni siano ancora popolari, oggi molti artisti rimangono senza entrate una volta diventati vecchi. L'aumento dei termini consentirà loro di ricevere una remunerazione ogni volta che viene eseguito un loro brano, anche dopo essersi ritirati dalle scene".
Dal mondo della musica sono arrivate parole di lode per la nuova direttiva: fra gli altri, anche Mick Jagger, gli U2, Cliff Richard e Bjorn Ulvaeus degli Abba si sono espressi positivamente verso la decisione della UE.
Positivo anche il parere della FIMI, attraverso il presidente Enzo Mazza: "si tratta di un passo fondamentale per la tutela della creatività europea e soprattutto per gli artisti che rappresentano la produzione europea", ha detto.
Da un altro punto di vista, però, la nuova norma limita la libera diffusione di musica: in sostanza per utilizzare un brano senza restrizioni si dovranno attendere 20 anni in più.
Favorevoli e contrari a parte, però, la manovra potrebbe fallire nel frenare il calo diffuso di vendita che affligge il settore: i CD sono sempre meno acquistati e il digital download, seppur fruttuoso, non riesce a colmare le perdite dei supporti fisici.
La UE prova a metterci una pezza con l'aumento della durata del copyright. Basterà?
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