Michele Bravi, tra musica e web: “Racconto la mia voglia di fare di una passione il mio lavoro”
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Ormai lanciatissimo nel mondo del web come acclamato YouTuber, Michele Bravi è tornato sulla scena musicale con un album che fin dal titolo racconta una storia di ridefinizione di sé e del proprio rapporto con la musica. Dal 2 ottobre è disponibile, infatti, “I Hate Music” (Universal Music), album che rappresenta una svolta non solamente artistica ma anche – e soprattutto – personale del giovane talento. Dopo aver conquistato il pubblico dal patinato palco di “X Factor”, Michele ha pubblicato un EP (“La Vita e la Felicità”) e un album (“A Passi Piccoli”), specchio di un successo che in breve lo ha catapultato in una realtà che a stento sentiva ben cucita su di sé.
Da qui la decisione di dare un taglio a tutto, rimettere a punto la propria vita e se stesso, con le proprie passioni e la voglia di fare musica (perduta e poi ritrovata). Il risultato è un lavoro dal sound quasi spiazzante che fornisce una nuova carta d’identità musicale a Michele, artista ora molto più a fuoco e che ha saputo guidare il suo pubblico attraverso il suo stesso cambiamento, condividendo online “il viaggio in costruzione” di questo nuovo lavoro. Anticipato dal singolo The Days “I Hate Music” si compone di 8 brani in inglese, nei quali Bravi è coinvolto anche in veste di autore e/o produttore.
Il titolo del tuo album, I Hate Music, è perlomeno spiazzante e suona quasi come uno sfogo, un grido: come lo hai scelto?
“Questo album nasce come uno sfogo, ma ha trovato alla fine una sua serenità. Di fatto il disco è il riassunto di un anno e mezzo nero e pieno di negatività: ero arrivato a un punto in cui non riuscivo più ad ascoltare musica e a cantare volentieri, non sapevo più bene cosa volessi fare. Solo dal confronto con gli altri ho capito che, in fondo, se si odia una cosa è solo perché non si è trovato il modo giusto per amarla. Ho quindi ricercato una mia nuova dimensione, più collaborativa e partecipativa.”
Musicalmente, con questo disco, hai dato un forte taglio al passato e The Days, il primo singolo, segna una virata: cosa racconta il brano?
“The Days racconta il momento più buio che ho vissuto, quello nero da cui poi mi sono risollevato. E ho dovuto vivere io in prima persona quella risalita per poterne scrivere nel ritornello in modo adatto. Solo quando mi sono approcciato al web, scoprendo una grande possibilità di dialogo, sono riuscito a trovare le parole per completare la canzone.”
Rispetto al tuo album precedente questo disco risulta molto diverso, anche musicalmente e vocalmente. Dove ritroviamo il vero Michele?
“Michele è in entrambi i lavori, ma è cambiato tanto in un anno, dopo aver vissuto un momento di confusione a seguito del talent e aver ritrovato la chiarezza nel tempo, anche grazie al mio percorso sul web. Non volevo che chi mi aveva seguito si sentisse spiazzato dal mio cambiamento, per questo ho voluto raccontare ogni settimana ciò che vivevo e facevo: la cosa bella è stata che il pubblico più affezionato non è rimasto stravolto dalla mia nuova musica, proprio perché ha seguito per intero il mio percorso ed è cambiato con me.”
Cosa è quanto hai imparato dalle numerose collaborazioni autoriali del primo album?
“Sono state molto importanti e ho imparato quello che si sente in questo album. Avevo bisogno di un primo passo da interprete e anche da quel confronto è nata la mia scrittura di oggi.”
Con quali parole descriveresti l’album?
“Al disco assocerei la parola consapevolezza, a me la parola ingenuità. Sono all’inizio di un percorso che ancora deve maturare ed evolversi, ed è giusto che si respiri anche un’aria di gavetta.”
In queste nuove tracce ti muovi tra sonorità del passato e suoni elettronici: come hai lavorato per creare questo suono?
“All’inizio non sapevo a chi affidare produzione, ero molto incerto. Ho cercato una persona che realizzasse davvero i miei brani come li avevo in mente e con cui confrontarmi. L’incontro perfetto è stato con Francesco Caditti: ci siamo ascoltati ed è nata una bella sintonia umana e musicale.”
Sei ormai una star del web e di YouTube, ma come è nato questo rapporto fortunato e cosa ti piace del tuo raccontarti online?
“Nel web ho scoperto un’enorme possibilità di raccontarmi con il mio linguaggio, autonomamente e attraverso il confronto con gli altri. È stato lo strumento che mi ha permesso di ritrovare anche una mia dimensione, artistica e personale, con cui trasformare l’odio che avevo sviluppato per la musica in nuova grinta ed energia.”
Il confronto con il pubblico attraverso il web quanto è stato importante per arrivare a questo nuovo progetto?
“È stato fondamentale, perché dal dialogo si scoprono dettagli che altrimenti si trascurano o non si notano affatto: sono gli altri che ti fanno notare sfaccettature a cui tu magari non facevi neanche caso! Tutti quelli che mi seguono condividono il racconto di un sogno, quello di trasformare una passione in professione. E a mano a mano che condividevo certe scelte il pubblico le capiva e continuava a seguirmi e sostenermi, anzi è il pubblico che mi ha aiutato a tirare fuori canzoni che altrimenti non sarebbero nemmeno esistite.”
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