L'alternativa all'MDMA si chiama KATY, euforia senza effetti secondari
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Si chiama KATY e non è una ragazza. Si tratta di una nuova sostanza alternativa all’MDMA, messa in commercio dalla società Limitless Life. La storia di KATY l’ha raccontata in un’intervista a Magnetic Magazine uno dei cofondatori, che chiameremo LL, spiegando di cosa si tratta e da cosa ha avuto origine la sua realizzazione.
Il progetto nasce circa sette anni fa. LL lavorava ai tempi con un collega esperto di marketing, che lo mette in contatto con un suo socio d’affari. Questi, sapendo della passione di LL per le serate e il divertimento, gli fa provare un prodotto a cui sta lavorando. Soddisfatti dai primi feedback, i due iniziano a lavorare alla raffinazione del prodotto.
In quel periodo, racconta LL, una pessima esperienza con un’altra sostanza gli aveva fatto passare una nottata infernale, che lo ha tenuto lontano dalle droghe per diverso tempo, ma soprattutto gli ha dato un ulteriore stimolo per la creazione di una sostanza che evitasse certi effetti.
Ma di che sostanza stiamo parlando? KATY è un nootropo, conosciuti anche come smart drugs, ovvero sostanze sia naturali che chimiche in grado di fluire e raggiungere il sangue al cervello e migliorare le performance neurologiche. Sono capaci di chiarire la capacità di pensiero e migliorare memoria, creatività, confidenza e ottimismo.
Con KATY, continua LL, ci si sente più aperti e disposti verso gli altri, più socievoli. Si prova il desiderio di muoversi e stare attivi. In seguito arriva uno stato d’euforia, un po’ come il momento appena successivo a quando finisci di fare del buon sesso, spiega LL.
Per ottenerla, i chimici hanno viaggiato per miglia per trovare gli ingredienti biologici e di qualità e metterli insieme. L’ingrediente principale è il kava kava, una pianta arbustiva che i popoli del Pacifico occidentale usano come elisir stupefacente. A questo elemento sono aggiunti altri ingredienti, come la caffeina del tè verde, in grado di incrementare le potenzialità del cervello e diminuire la sensazione di fatica.
LL fa sapere che KATY è già stata ampiamente sperimentata, e i feedback positivi hanno riguardato l’85% dei casi. Alcuni tester hanno manifestato segni di nausea e altri problemi, ma questo, sostiene LL, dipende anche dalle condizioni in cui ci si trova quando si assume la capsula, e da alcuni requisiti da rispettare durante l’assunzione per evitare effetti sgradevoli.
In ogni caso, conclude LL, quella di KATY rappresenta una vera e propria missione per chi ci ha lavorato, un modo per permettere ai giovani di divertirsi ed evitare situazioni tragiche o spiacevoli legate all’uso di droghe. E la sua soddisfazione a riguardo è massima.
Ultima cosa: “Perché l’abbiamo chiamata KATY? Be, la K rimanda al kava kava, l’ingrediente principale, e il nome Katy ci dava l’immagine di una amante focosa!”
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