Isle Of Dreams, un potenziale Top Festival morto prima di sbocciare
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Organizzare un festival, si sa, è un progetto assai ambizioso, soprattutto dopo il boom dell'EDM, che ha portato a una progressiva saturazione del mercato con molti lati negativi, come ad esempio l'innalzamento a livelli assolutamente folli del prezzo dei Top DJs. In questo mercato nel 2014 ha provato ad inserirsi anche Isle Of Dreams, ambiziosa organizzazione che ha proposto un'idea molto bella di festival ma che purtroppo è andata malissimo. Molti appassionati non ne hanno probabilmente neanche sentito parlare. L'idea, molto semplice, doveva essere anche molto efficace. Tenere nel giro di 6 giorni tre festival in tre zone diverse: Basilea, Istanbul e Mare della Galilea.
I costi per organizzare ben tre festival sono esorbitanti, ma è qui che doveva esserci il trucco: facendo girare gli artisti nelle diverse location con un unico contratto, di sicuro si avrebbe avuto uno sconto sul prezzo. E infatti i nomi dei DJ erano di primissimo livello: Calvin Harris, David Guetta, Avicii, Sebastian Ingrosso, Axwell, Steve Aoki, Alesso, , Above & Beyond, R3hab, Afrojack, DVBBS, Nervo, Carnage, Fedde Le Grand, Chuckie, Paul Oakenfold e molti altri, anche appartenenti al mondo della Techno. Con dei nomi così ci saranno state sicuramente tantissime persone per assistere allo show giusto? Sbagliato.
A causa di scelte di location poco fortunate, le edizioni in Turchia ed Israele sono state annullate a causa del possibile scoppio di guerre e del generale clima di tensione che si respira in queste zone del mondo. La location di punta comunque, cioè Basilea, confermò la messa in scena, portando quasi al centro dell'Europa dei grandissimi nomi con un prezzo molto più accessibile rispetto ai vari Tomorrowland ecc. Tutto filò per il meglio, tranne le presenze, che alla fine segnarono un numero molto più basso rispetto a quello che l'organizzazione si aspettava.
I dati infatti parlavano di circa 27.000 persone, decisamente troppo pochi per ripagare uno sforzo economico che sicuramente superava il milione di euro. Neanche ci si avvicinava. Ma com'è possibile che con dei nomi del genere il risultato fu così deludente? Le cause sono molteplici: oltre alla palese sfortuna degli organizzatori, la mancanza di un'adeguata promozione ma soprattutto la mancata aurea di magia attorno all'evento. La lezione che infatti Isle Of Dreams deve insegnare agli altri festival è che non bastano i grandi nomi per creare un evento, c'è bisogno di tutto un contorno che purtroppo, in quel caso è mancato. Un gran peccato, ma un monito per chi vorrà organizzare manifestazioni del genere in futuro. Se no c'è il rischio, come in questo caso, di chiudere i battenti dopo una sola edizione.
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