Tra country, pop e R&B: Sam Hunt presenta l’album Montevallo
Con Take Your Time il 31enne americano Sam Hunt ha firmato il suo biglietto per il successo internazionale. Dopo aver conquistato la vetta delle classifiche statunitensi (con 600mila copie vendute) ed essersi aggiudicato il premio come “Best New Artist” agli American Music Awards, l’ex footballer ha pubblicato anche in Italia il suo primo album, “Montevallo” (Universal Music).
Il suo è un genere ibrido, con forti radici nella musica country ma che si apre a ritmiche hip hop e R&B che sono il frutto degli ascolti di un’adolescenza vissuta tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del nuovo millennio. L’album d’esordio racconta la spensieratezza di un mondo, quello di Nashville e di Montevallo, in cui in maniera consapevole la sperimentazione trascende i limiti di un solo genere.
Dalla chitarra alle prime tracce, Hunt esordisce scrivendo per altri musicisti – Kenny Chesney, e Billy Currington in primis –: «Ho imparato tantissimo lavorando a contatto con questi straordinari artisti – ha riconosciuto Sam – Ho appreso le regole e le strutture per comporre grandi pezzi, ma ho sempre saputo che c’era anche un modo per andare oltre e fare qualcosa di unico, che rispecchiasse quello che sono».
Presto, dunque, matura la voglia in un album completamente autonomo, in cui risuoni la stessa voce del suo autore a interpretare storie molto personali. Dalla stessa Leave The Night On – prossimo singolo in radio – a Single for the Summer, “Montevallo” è un concentrato di avventure ed esperienze autobiografiche portate in musica con autenticità e che hanno presto conquistato il pubblico. Tra i tanti anche la super star Taylor Swift la quale ha voluto Sam Hunt al proprio fianco durante il suo concerto a Chicago; insieme hanno duettato proprio sulle note di Take Your Time.
Il giovane è stato di recente in Italia per promuovere il suo progetto discografico e abbiamo colto l’occasione per conoscerlo meglio.
Hai intitolato il tuo primo album “Montevallo”, cosa rappresenta per te questa cittadina dell’Alabama?
Montevallo è un luogo davvero speciale nella mia vita, un rifugio, e lo frequentavo parecchio quando stavo con una ragazza che vi abitava. Purtroppo, lo ammetto, da un po’ di tempo non ho la possibilità di tornarci, almeno da quando ho deciso dare il suo nome al disco. Non so esattamente come sia oggi ma mi piacerebbe rivederlo anche se le emozioni oggi sarebbero diverse da quelle di un tempo.
Dopo un’esperienza da professionista nel football, ti sei dedicato completamente alla musica: quando hai realizzato di avere il dono di una voce così bella e hai deciso che il canto diventasse la tua vita?
Per lungo tempo non ho assolutamente pensato di cantare in un posto che non fosse casa mia o sotto la doccia. Quando ho iniziato a suonare la chitarra, canticchiando i brani, mi sono accorto di essere intonato e ho cominciato a registrarmi, senza però l’intenzione di scrivere pezzi o altro. È stata un’evoluzione successiva, quella di scrivere e comporre musica. Solo dopo qualche anno ho registrato un primo album acustico, allora ero al college. Dal punto di vista tecnico non ho mai preso lezioni di canto né ho mai esercitato particolarmente la voce con dei coach o fatto specifici studi. Semplicemente cerco di fare sempre meglio.
La tua carriera musicale è iniziata con pezzi scritti per altri musicisti, come Keith Urban: come è nata la voglia di passare dalla sola scrittura e composizione al palco?
Avevo voglia di raccontare più storie mie e scrivere in maniera maggiormente personale, interpretando i testi con la mia voce e nel modo che sentivo più vicino a me. In secondo luogo, lo ammetto, anche l’opportunità di viaggiare e far uscire più canzoni è stato tra i motivi che mi hanno convinto a lavorare a un progetto solista: in una prospettiva futura, ci sono più sicurezze nel mondo della musica se sfondi come artista piuttosto che continuando semplicemente a scrivere per altri. In fondo, poi, ho sempre desiderato pubblicare un album tutto mio, con la mia voce incisa.
Il tuo disco racconta molto di te e del tuo passato: è difficile essere onesti e sinceri in una canzone?
Sì, è difficile, ma credo che in una canzone la verità – che secondo me è lo strumento che connette di più con chi ascolta – finisca per mescolarsi all’elemento di invenzione del testo, che crea dettagli non necessariamente corrispondenti al vero. Questo non significa perdere in onestà, perché il quello resta il cuore centrale del messaggio. Da questo punto di vista la canzone, forse, più difficile è stata Single for the Summer, tanto che ho avuto qualche dubbio all’inizio sul fatto di inserirla o meno nel disco proprio perché mi sembrava troppo sincera; poi, però, ho pensato che “Montevallo” fosse il suo posto ideale.
Il tuo successo, ottenuto a livello internazionale grazie a Take Your Time, è ad oggi mondiale: te lo aspettavi?
Assolutamente no: non pensavo che la canzone diventasse popolare negli USA, figuriamoci in Italia! Non posso che essere felicissimo di poter condividere la mia musica anche al di fuori dell’America e vedere che è così apprezzata è straordinario.
Di seguito la tracklist di “Montevallo”:
- Take Your Time
- Leave the Night On
- House Party
- Break Up in a Small Town
- Single for the Summer
- Ex to See
- Make You Miss Me
- Cop Car
- Raised on It
- Speakers.
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