Project X, il coraggio di non essere banali

C'era una grossa responsabilità sulle spalle, ma la scelta mirata dei protagonisti ha fatto la differenza in una due-giorni ricca di spunti e frenesia. Project X si è chiuso nel weekend, con un bilancio decisamente positivo grazie ad una lineup di grandissimo spessore e particolare ricercatezza dei dettagli musicali. La scelta di non fossilizzarsi sui nomi triti e ritriti che prendono parte agli eventi italiani si è rivelata vincente: meglio mettere nel mirino il meglio sul mercato, investendo nel marchio altrui per accrescere il prestigio del proprio. La controprova si avrà nel closing party del 14 agosto, quando Tigerlily sarà di scena sotto il brand del festival.

È questa la strategia che ha portato Axwell Λ Ingrosso ad esibirsi all'Arena Alpe Adria. Un successo di grandi proporzioni per la scena elettronica di Lignano Sabbiadoro, ma più in generale di tutta Italia, che torna ad accogliere il duo svedese ad un anno di distanza dalla sorpresa del Cocoricò, quando Ax raggiunse Seb durante il live-set romagnolo a fine luglio. In migliaia si sono precipitati ai piedi dello stage e sulle gradinate dell'arena, confermando l'enorme risonanza mediatica e non solo che ricoprono gli ex Swedish House Mafia. Annunciarli come unica tappa italiana, inoltre, ha garantito un maggiore afflusso, includendo anche molti che, 24 ore prima, avevano già assistito al loro show all'Electric Love in Austria.

Oltre ai resident DJs dell'Ushuaïa di Ibiza, che proprio mercoledì scorso hanno dato il via alla stagione estiva con un Opening Party da sogno, c'è stato anche Benny Benassi a ricoprire il ruolo di headliner nel day-two del festival. Un'occasione importante per ribadire la presenza massiccia dell'elettronica di casa nostra, con un pilastro pluriennale del genere, capace di rinnovarsi anche con il passare del tempo. Pur dovendo cedere l'etichetta di portata principale ad Axwell Λ Ingrosso, l'artista emiliano ha saputo mantenere viva l'attenzione dei ravers anche oltre il primo giorno.

Non è stata accusata, invece, una successione di live-set non graduale, soprattutto per quel che riguarda il prestigio dei nomi. Rudeejay ha sorpreso con una performance frizzante, mai banale e sempre coinvolgente, dimostrando di poter dare molto al palcoscenico italiano. Attesa ancora maggiore per Bottai, che ha praticamente aperto gli ospiti principali fino alle 23:00 di venerdì: il suo ingresso nella Refune Records di Ingrosso lo catapultava tra i protagonisti più attesi e non ha deluso le aspettative.

Neo di Project X, però, è stato lo spazio dedicato al second stage, nettamente inferiore al Main in termini di dimensioni ed affluenza. Una scelta che ha sì concentrato l'attenzione sullo show principale, ma che ha sminuito le prestazioni di Giuseppe Ottaviani e Alex Neri. L'acustica ha invece smentito i dubbi della vigilia, secondo i quali un'arena come quella di Lignano avrebbe causato una dispersione sonora. Pericolo scampato su entrambi i palchi, con un bilancio tutto sommato accettabile dal punto di vista tecnico.

Maggiori difficoltà, invece, sono emersi sul piano dell'organizzazione. Un plauso va agli organizzatori del Project X, su tutti il CEO del festival Simone Bortolotti e Francesca Fuser, che si è occupata delle relazioni con la stampa. Diverso il rapporto intercorso con lo staff sloveno, che non ha favorito il miglior svolgimento delle operazioni a ridosso del set di Axwell Λ Ingrosso.

Nonostante ciò, non è stata intaccata la riuscita del racconto da Lignano Sabbiadoro, con una serie di contenuti che riassumono meglio di qualunque parola quanto ammirato all'Arena Alpe Adria. Con l'auspicio che il coraggio e le scelte del Project X possano presto contagiare diverse zone d'Italia, diversificando un'offerta musicale che sembra ancora troppo ancorata alla commercializzazione dei brani piuttosto che alla qualità della produzione e della scenografia.