Sfera Ebbasta pubblica con Def Jam: «Questo disco racconta tutto me stesso»
Debutto mainstream per il “Trap King italiano Sfera Ebbasta, all’anagrafe Gionata Boschetti classe 1992, che venerdì 8 settembre pubblica l’omonimo album su etichetta Universal/Def Jam. Forte di un primo disco (“XDVR”, 2015) che dal free download ha scalato la chart di iTunes con milioni di views anche su YouTube, il rapper ha rinnovato anche in questo nuovo progetto la collaborazione con Charlie Charles con il quale ha sfornato undici tracce inedite.
Sullo spaccato della provincia italiana del nord – nella fattispecie quella Ciny/Cinisello Balsamo cui Sfera Ebbasta ha anche dedicato un pezzo – le canzoni sono quasi un unico, lungo racconto, quello del loro interprete. La quotidianità fatta di rinunce e passioni, la rabbia e la caparbietà, le difficoltà economiche, la droga, una buona dose di violenza, i giorni bui e la risalita: con un linguaggio crudo da Bravi ragazzi nei brutti quartieri (questo il primo singolo dal disco) e immagini che si rincorrono tra luci e ombre, Sfera Ebbasta si mette a nudo con una schiettezza spontanea che fa del racconto Trap il diario di una vita.
l 9 settembre è uscito il tuo nuovo album, “Sfera Ebbasta”, primo disco con Def Jam e tuo secondo lavoro discografico: cosa è cambiato in questo anno?
Da un anno a questa parte è completamente cambiata la mia vita, mi sono ritrovato a lavorare ogni giorno facendo quello che mi piace. Da quando non ero nessuno il mio sogno è stato quello di coinvolgere gli amici non appena avrei spaccato: e così ho fatto. Musicalmente poi sono cresciuto, canzone dopo canzone. Sono fiero di quello che ho fatto e orgoglioso che il disco esca con Def Jam; anzi, io e Charlie Charles (che ha prodotto l’album, ndr) ci dicevamo sempre “o firmiamo con Def Jam o niente”. È un bel traguardo, anzitutto personale; una vera soddisfazione.
Uscire con una major ha cambiato il tuo modo di lavorare?
“Sfera Ebbasta” è il primo album con major ma non permetterò a nessuno di dirmi quello che devo fare. E se in questo disco ci sono canzoni che parlano d’amore mentre nel precedenti i testi erano solamente street è perché mi sono venute in maniera spontanea, non perché richieste o pianificate a tavolino. C’è modo e modo di fare canzoni e alla fine decido sempre io.
Come presenteresti questo album?
Ho cercato di fare un album che anzitutto piacesse a me. I testi non sono solo street, parlano anche di altro; alla fine l’atmosfera è quella perché è il mio mondo, ma di fatto solo due pezzi sono strettamente street. E ci sono, come dicevo prima, anche canzoni d’amore.
Visti i risultati di “XDVR” e le aspettative per questo secondo progetto, hai avvertito ansie o pressioni durante la lavorazione?
Beh, il fatto che in tanti stavano aspettando questo album mi ha messo una certa pressione. Ma questo è ciò che mi piace fare e che so fare meglio.
Sei soddisfatto del risultato?
Io ho dato il massimo nelle strofe e Charlie Charles – collaboratore e amico di lunga data – ha fatto la stessa cosa nel beat. Charlie ha prodotto interamente il disco, un lavoro che racconta tutto me stesso: anche per questo motivo porta solo il mio nome, perché sono io. Io e lui abbiamo iniziato insieme e il risultato di oggi nasce dal lavoro che abbiamo fatto entrambi, 50% e 50%. Sono davvero fiducioso e contento di quello che ho fatto e ovviamente spero che l’album vada benissimo!
Nella prima traccia dici che vita ti sta ridando quello che ti ha tolto: come è oggi il tuo personale bilancio?
Dipende su che livello lo si considera, ma diciamo che mi stanno tornando tante cose e questo, per esempio a sul piano economico, coinvolge anche a chi mi sta attorno. Non essendo nato in una famiglia benestante questo è già un motivo per dire che la vita mi sta restituendo tanto.
I tuoi video raggiungono milioni di views in rete e hai un nutrito pubblico di giovani e giovanissimi che ti segue. Quando ti sei reso conto di avercela fatto, di essere a una svolta nella carriera?
Direi l’anno scorso, con il precedente disco. È allora che siamo esplosi. Il lavoro del passato è maturato in quel momento, ma senza che ci fosse niente di pianificato. Dopo i pezzi Panette e Ciny c’è stato il vero salto: tante etichette indipendenti hanno iniziato a chiamarmi e il pubblico ha dato un riscontro sempre più forte. Tra tutte le label ho scelto Roccia Music perché è quella che mi rappresenta di più. E oggi ho ancora più voglia di espandermi e anche uscire dall’Italia.
A proposito di scena musicale italiana, come vedi il rap oggi e il ruolo anche di collettivi come quello di cui fai parte?
Il mondo del rap italiano ha visto nascere dentro di sé una nuova scena, la nostra, quella dei collettivi, che rappresentano un altro movimento con un altro pubblico. Il fatto che il nostro gruppo sia emerso ha portato sia una maggiore attenzione al Trap sia un nuovo senso di appartenenza: noi non siamo il rap italiano, siamo un’altra scena, siamo lontani, un altro genere. Oggi, poi, c’è anche più voglia di essere unici e ben riconoscibili.
Per “Sfera Ebbasta” si vociferava di diverse collaborazioni, cosa che invece si è rivelata infondata: perché in questo lavoro non hai inserito nessuna collaborazione?
Perché tutti se l’aspettavano, ho scelto di non farne proprio per questo! Non volevo legare il mio disco alla presenza di featuring e volevo che chi comprasse il mio disco lo comprasse per me. Il disco è mio. E poi meglio poche tracce ma buone.
Prossimi impegni?
Intanto parto con gli instore e, dalla fine ottobre, sarò in tour. Ci stiamo ancora lavorando e appena sarà tutto definito comunicheremo le date. Una cosa è certa: Charlie sarà sul palco con me.
Altro su #Sfera Ebbasta
Iscriviti alla newsletter di AllSongs
Riceverai i nostri aggiornamenti anche via email, è semplicissimo!
Iscrivendoti acconsenti alle condizioni d'uso di AllSongs