Nathalie vive sospesa. Ecco il video ufficiale.

Non mi sento di dire che Nathalie Giannitrapani meritasse il podio sanremese, ma non è certo perché la sua canzone non sia bella - lo è - o perché lei non abbia talento - ne ha, e tanto. 

Nathalie Giannitrapani non è un'artista così immediata da poter necessariamente piacere a tutti ad un primo ascolto e, per inciso, questo è da considerarsi un complimento. Perché lei è brava ed è evidente che la sua formazione musicale sia di un certo spessore, di una certa caratura. Risulta ovvio che abbia ascoltato i dischi giusti, appreso da artisti di un certo calibro, assimilato e rielaborato al meglio la lezione impartita da altri prima di lei senza mai scivolare nella banalità. 

Quindi possiamo dire con ragionevole certezza che le sue canzoni sono belle. Ancora più belle al secondo ascolto, e poi al terzo, di quanto non siano al primo. 

L'immediatezza di musica e parole è sicuramente un vantaggio, soprattutto per l'ascoltatore distratto e mediamente interessato, ma non è necessariamente garanzia di qualità. Talvolta brani che richiedono una maggiore attenzione per essere assimilati al meglio si rivelano piacevolmente stratificati e suscettibili a varie chiavi di lettura, e questo è proprio il caso di Vivo Sospesa, il brano che Nathalie ha presentato sul palco dell'Ariston.

Il Festival di Sanremo fluttua da sempre in una sorta di atmosfera disconnessa dalla realtà di tutti i giorni, è quasi un mondo a sé stante che dura il tempo di una settimana, come certe farfalle. E in ogni caso, la vittoria al festival non garantisce la scalata delle classifiche a kermesse terminata. 

Mentre scrivo questo articolo, Nathalie è stabile al nono posto della classifica italiana degli album più venduti con il suo "Vivo Sospesa" (un album interessante, intelligente, intenso. Nathalie sembra abbonata agli aggettivi col prefisso "in") e all'ottavo posto nella classifica dei singoli più venduti con il brano sanremese che dà il titolo al disco. Contestualmente, è stato anche realizzato e rilasciato il videoclip ufficiale - il secondo, per Nathalie, dopo quello di "In Punta di Piedi", il brano che le ha garantito la vittoria ad X Factor. 

Eravamo già stati piacevolmente colpiti dal primo videoclip - personalmente, avevo avuto la sensazione che regista e direttore della fotografia avessero colto appieno la personalità della cantautrice attraverso i colori, le forme, persino le inquadrature. Tonalità di rosso e marrone, virate al seppia, grigi caldi e azzurri striati di scuro - un'ottima presentazione figurativa di un'artista che scrive e compone con intensità e intelligenza (e riecco il prefisso "in") e in un modo che, piaccia o no, si discosta notevolmente da tutto quello che è attualmente presente nel panorama musicale italiano. 

Il videoclip di "Vivo Sospesa" però lascia senza fiato. Il condizionamento e l'effetto emotivo sono senza dubbio da ricercarsi, almeno in parte, nella verosimiglianza delle scene di guerra mostrate e nel loro essere così drammaticamente, tristemente attuali. Ma a colpire non è solo la classica metafora della guerra a rappresentare il tormento interiore e lo stracciamento. Sono gli stacchi, i momenti in slow motion, i contrasti di colore talvolta simili a classici del cinema quali Schindler's List. E la corrente sotterranea di speranza che finisce per permeare tutto il brano e il video.

Nathalie cammina in un paesaggio in rovina e attorno a lei si scatena una battaglia. Una bambina vestita di bianco si muove in direzione opposta ai soldati. Semplice, magari apparentemente banale, ma così ben realizzato da creare un accostamento perfetto tra accompagnamento musicale e immagini.

"La sospensione come momento di pura potenzialità rappresenta tutto ciò che potrebbe o sta per succedere, ma è anche quel fermo immagine in cui possiamo ancora agire, cambiare direzione, intervenire per migliorare il nostro passato e lo stato presente delle cose", dice Nathalie a proposito del video, girato da Soku. 

Noi siamo d'accordo con lei. E aspettiamo con impazienza di veder fiorire, appieno, il talento di un'artista che non ha bisogno di compositori, arrangiatori e parolieri per risultare credibile. Anzi, persino incredibile.