Mumford and Sons - Babel testo, traduzione e video ufficiale
Mumford and Sons, 'Babel': guarda il video ufficiale, con testo e traduzione, del nuovo singolo della band indie folk rivelazione del 2013.
Mumford and Sons - Babel testo
Cause I know that time has numbered my days and I go along with everything you say
But I write home laughing, look at me now, the walls of my town they come crumbling down
and my ears hear the call of my unborn sons and I know their choices color all I’ve done
but I’ll explain it all to the watchman’s son I never lived a year better spent in love
Cause I know my weakness, know my voice, I’ll believe in grace and choice
and I know perhaps my heart is farce but I’ll be born without a mask
Like the city that nursed my greed and my pride I stretch my arms into the sky
I cry Babel, Babel, look at me now, the walls of my town they come crumbling down
You ask where will we stand in the winds that will howl as though the sea will slip into the cloud
So come down from your mountain and stand where we’ve been you know our breath is weeak and our bodies thin.
Press my nose up to the glass around your heart.
I should have known I was weaker from the start.
You’ll build your walls and I’ll play my bloody part.
To tear, tear them down.
Well I’m gonna tear, tear them down.
Know my weakness, know my voice.
I believe in grace and choice.
I know that perhaps my heart is farce but I know that I’ll be born without a mask.
Mumford and Sons - Babel traduzione
Perché so che il tempo mi ha contato i giorni e io acconsento a tutto quello che dici
Ma scrivo a casa ridendo, guardatemi ora, i muri della mia città si sono sgretolati
E le mie orecchie sentono il richiamo dei miei figli mai nati e so che le loro scelte influenzano tutto quello che ho fatto
Ma spiegherò tutto al figlio del guardiano, non ho mai vissuto un anno speso meglio che ad amare
Perché conosco la mia debolezza, conosco la mia voce, crederò nella grazia e nella scelta
E so che forse il mio cuore è una farsa, ma nascerò senza alcuna maschera
Come la città che ha allevato la mia cupidigia e il mio orgoglio, allungo le braccia verso il cielo
Piango “Babel, Babel, guardami ora, i muri della mia città si sono sgretolati”
Mi hai chiesto da che parte saremo stati tra i venti che soffieranno come se il mare dovesse scivolare nelle nuvole
Perciò scendi dalla tua montagna e resta dove siamo sempre stati, sai che il nostro respiro e debole e i nostri corpi sono esili.
Schiaccio il mio naso su un vetro che circonda il tuo cuore.
Avrei dovuto sapere fin dal principio che ero un debole.
Tu ergerai le tue mura e io interpreterò la mia maledetta parte
Per demolirli
Beh, li demolirò
Conosco la mai debolezza, conosco la mia voce
Credo nella grazia e nella scelta
So che forse il mio cuore è una farsa, ma nascerò senza alcuna maschera.
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