Know Your DJ / Afrojack al Nameless Music Festival
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"Avevamo tutto quello che ci serviva tranne i soldi"
Ci piace iniziare con questa citazione che il caro Nick Van de Wall ha quasi sempre detto, soprattutto nel suo mini-documentario biografico, March of the Afrojack (2013). Una delle ascese più rapide di tutto il panorama elettronico, che attraverso la sua energia, il suo sound a dir poco innovativo nel settore, e la sua completa visione del mondo, è tra i DJ più apprezzati e venerati al mondo. Steve Aoki lo definisce come un Picasso della produzione, per via della sua cura maniacale durante le lavorazioni, per David Guetta, è riuscito a concentrare 10 anni di carriera in soli 3 anni, pochissimo se si pensa alla gavetta che il produttore parigino si è fatta tra la Francia ed Ibiza. Anche se sembra spavaldo, lui ama sottolineare di come fino a 7 anni fa si mobilitasse con la metropolitana, mentre oggi sfreccia tra jet e supercars, ma prima di tutto ciò, c'è una marcia trionfante tutta da raccontare. Signore e signori, Afrojack!
Cresciuto con il solo sostegno di mamma Debbie, la sua infanzia non era di certo caratterizzata dalla presenza di tante disponibilità monetarie, ma nonostante ciò il suo approccio con la musica ebbe vita già all'età di 5 anni, quando iniziò l'apprendimento del pianoforte. Per i più curiosi, oltre ad essere un gigante del settore, lo è per davvero anche fisicamente, ben 208 cm di altezza, e il suo nome è tratto dalla sua capigliatura che ebbe in età adolescenziale, appunto afro:
A 14 anni, dopo tanti ascolti di varie influenze musicali, capisce definitivamente il suo obiettivo, la musica, e con la sua perseveranza, inizia a smanettare con il sequencer più comune per comporre musica elettronica, FL Studio: un amore a prima vista che ancora oggi non da segni di cedimento. Ore e ore seduto a comporre fino al 2006, quando all'età di 19 anni pubblica finalmente il suo primo singolo, F*ck Detroit. Il suo metodo di lavoro era un continuo lancio giornaliero di tracce su tracce, in modo poter scremare al meglio i migliori risultati e cercare qualche etichetta che credesse nei suoi singoli. Con l'aiuto di Sidney Samson e Laidback Luke, arriva anche In Your Face. Nel 2007, Nick inizia finalmente ha utilizzare il suo brand riconosciuto mondialmente come Afrojack, con ancora più determinazione a lasciare il segno nel mondo della musica. Nello stesso anno in cui apre ufficialmente la sua etichetta personale, la Wall Recordings (poi diventata sotto-label della Spinnin' Records), l'olandese inizia a produrre con grandi artisti come appunto il prima citato David Guetta, Fedde Le Grand, Chuckie, Marco V, Benny Rodrigues e Roog.
La prima canzone che ha iniziato a rivoluzionare la carriera di Nick, arriva nell'estate del 2010, quando con la cantante connazionale Eva Simons, produce Take Over Control, riscuotendo un successo planetario nei migliori dancefloor del mondo. Il brano, arrivo pure alle orecchie di Pitbull, che lo volle con sè per produrre la base di Give Me Everything, con la collaborazione di Ne-Yo e la bellissima Nayer: un successo planetario, tra le migliori canzoni del 2011, che ha definitivamente consacrato il successo di Afrojack nella scena elettronica e non solo.
Da quel momento, l'ascesa di Nick prende un'accelerata fortissima: tracce magnifiche come Can' Stop Me con i Shermatology, No Beef con il grande amico Steve Aoki e Miss Palmer, produzioni che gli hanno riservato di diritto i mainstage dei più importanti festival del mondo. All'Ultra Music Festival di Miami, c'è anche il suo stage a suo tema, Jacked, mentre al Tomorrowland, la sua presenza è sacrosanta, con il culmine raggiunto con un indimenticabile DJset b2b con David Guetta e Nicky Romero
Tra la continua pubblicazione di ulteriori brani come Jack Your Body e Rock The House, ed eventi storici come quella volta ha suonato la campana di chiusura della NASDAQ a New York (l'unico DJ al mondo) oppure il rilascio delle impronte delle sue mani nella Walk of Fame di Hollywood, si intensificano le sue energie per la realizzazione del suo sogno: pubblicare un album. Dopo anni di attesa, il 19 maggio 2014 rilascia "Forget The World", anticipato dalle anteprime di As Your Friend con Chris Brown, The Spark feat. Spree Wilson e la leggendaria Ten Feet Tall con Wrabel.
Nonostante il feedback del pubblico non fosse stato così entusiasmante, Afrojack ha continuato con ancora più grinta di prima a produrre ed esibirsi in giro per il mondo, rinnovando sempre di più il suo sound, a partire dall'infinita Turn Up The Speakers con Martin Garrix, fino ad oggi con la recentissima Another Life con David Guetta. Non importa se ad oggi, tra vlog, lusso sfrenato mostrato sui social e molto altro, Nick possa sembrare spavaldo o vanitoso come quella volta che rimase quasi impassibile alla rottura della sua Ferrari dopo averla acquistata da solo 2 ore, o con le sue bravate con Paris Hilton, l'Afrojack che conosciamo musicalmente e ci dovremmo ispirare è il simbolo di come con perseveranza e impegno e quel pizzico di fortuna che sempre serve, passare dalla propria camera di letto ai migliori mainstage del mondo è possibile, con o senza aiuti finanziari. Noi non possiamo che non essere totalmente felici di ospitarlo in Italia al Nameless Music Festival, dove avrà il privilegio di chiudere la 4 giorni di musica elettronica barziese! See you there!
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