Sanremo, il racconto: gli Stadio vincono la serata delle cover e il voto misterioso
Anche la terza serata del Festival di Sanremo è andata in archivio. Il terzo appuntamento della manifestazione canora italiana, ieri sera ha visto andare in scena le cover dei cantanti in gara, che hanno omaggiato i vecchi successi musicali del passato.
Gli si sono aggiudicati la vittoria finale della serata portando sul palco un vecchio successo di Lucio Dalla: La strada dei Miracoli. Ma il terzo step della kermesse ha avuto tanti altri momenti che sono degni di essere raccontati.
Innanzitutto rendiamo il giusto onore alle capacità camaleontiche ed interpretative di Virginia Raffaele, che dopo aver portato all'Ariston le imitazioni di Sabrina Ferilli e di una spassosissima Carla Fracci, è andata a scomodare l'immagine di Donatella Versace: praticamente un altro successo.
Così dopo aver versato lacrime di commozione per le belle parole di Ezio Bosso durante la seconda serata, ecco che Sanremo è tornato ad essere quello specchio perfetto di una Italia che si nutre di voti incerti e soprattutto misteriosi.
Dopo la sfida delle nuove proposte tra Miele e Francesco Gabbani, qualcosa va storto in sala stampa, ma comunque viene proclamato vincitore il primo. Ma attenzione però, durante la pausa concessa dopo le esibizioni del primo gruppo delle cover, Carlo Conti annuncia che c'è un "problema tecnico", per il quale l'esito potrebbe essere capovolto.
C'è odore di marchetta in stile Bush VS Al Gore, la sala stampa è destinata a rivotare ed il verdetto viene sovvertito: ha vinto Gabbani! Clamoroso al Cibali!
La serata va avanti e sul palco passano che ha "coverizzato" sé stessa con Tutt'al più ed il teen idol Alessio Bernabei insieme a Benji e Fede che hanno cantato a A mano a mano di Cocciante. I tre ragazzini se la sono cavata bene!
Dolcenera continua a non convincere anche con la cover di Amore Disperato, soprattutto per colpa di un arrangiamento confuso, ma anche perché sul palco dell'Ariston arriva qualcuno che sa fare di meglio: Clementino con Don Raffaè suscita un boato in sala stampa.
Siamo a metà dell'opera quando ecco puntuale il momento nostalgia-leggenda: i prendono possesso del palco con un medley dei loro successi e con le lacrime di un Riccardo Fogli devastato dall'emozione.
Archiviato il momento "amarcord", passano un pimpante che ha avuto il merito di far alzare in piedi il pubblico dell'Ariston, anche se si sono registrati almeno un centinaio di interventi del 118 per femori e anche rotte.
I big continuano a sfilare, dopo che Hunt si è portato a casa la vittoria del suo gruppo: , e Michielin hanno dato sfoggio del proprio talento, mentre Morgan conferma di aver perso la voce per strada con La Lontananza di Modugno. La sua esibizione rimarrà negli annali come la personificazione della massima: "Hai fatto il tuo tempo e mio nonno con il catarro l'avrebbe cantata meglio".
In tutto questo marasma di cover ci sarà anche spazio per l'ospite internazionale: porta a Sanremo la sua hit Take Me to Church, un inno contro l'omofobia dilagante in Russia.
Capitolo "Come martoriare una canzone altrui": hanno vinto questa speciale categoria Lorenzo Fragola, che è riuscito a scoprire l'imbarazzo di essere inadeguato in termini di interpretazione picchiando letteralmente La Donna Cannone, che dopo aver sentito questa cover sarà sicuramente dimagrita!
Irene Fornaciari (Se perdo anche te) ha dimostrato che il talento non si trasmette sempre da padre a figlia e Valerio Scanu che ha deciso di far rivoltare nella tomba, con la sua interpretazione di Io vivrò (senza te) e che ha suscitato sentimenti del tipo: "Meglio vivere senza Scanu".
E a te, cosa è piaciuto di più?
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