Gigi D'Alessio lascia la Siae per passare a Soundreef
Dopo Fedez, anche Gigi D’Alessio ha deciso di lasciare la Siae per mettersi nelle mani di Soundreef, una compagnia inglese fondata da Davide D’Atri che si occupa di gestione e ripartizione di royalties per conto di autori, editori o etichette discografiche. Di fatto Soundreef svolge lo stesso lavoro portato avanti dalla Siae negli ultimi decenni.
L’accordo andrà in vigore dall’1 gennaio 2017. Da quella data in poi, sarà Soundreef a riscuotere i proventi dei 750 brani scritti. ha così motivato la sua scelta:
Ho cercato di capire meglio e mi ha convinto la trasparenza della rendicontazione al contrario di quella Siae che non è analitica e non chiarisce con esattezza da dove arrivano i proventi. Non era per me una scelta facile, ma ho creduto nel progetto di questi giovani e credo nel libero mercato. Laddove c'è il monopolio il mercato non cresce.
Parole che l’Ad Davide D’Atri ha accolto con orgoglio:
L'arrivo di Gigi ci testimonia che siamo sulla strada giusta dell'innovazione, e della necessità di cambiare garantendo meglio tutti, soprattutto i più deboli. Credo che presto assisteremo a un effetto domino. Abbiamo tanti contatti in fase avanzata di artisti che hanno espresso la loro volontà di cambiare, esercitando la libertà che la direttiva Barnier riconosce loro.
Il cambio di casacca è stato mal visto dall’amico Mogol che – come riporta il Corriere della Sera – ha manifestato a Gigi D’Alessio la sua contrarietà all’abbandono della Siae:
Gli ho detto che la pensavo in modo assolutamente opposto. La notizia del suo passaggio mi è un po’ dispiaciuta, temo fortemente che alla fine sia un danno per gli autori.
Ma la battaglia tra Siae e Soundfree si combatte anche sul fronte politico. Fermamente contrario a Soundfree è il ministro della Cultura, Dario Franceschini che in questo caso non vede di buon occhio la liberazione, pur auspicando una profonda riforma per rendere la Siae più efficiente. Di tutt’altro avviso il Movimento 5 Stelle che con il capogruppo Sergio Battelli, afferma:
Il Monopolio della Siae è un'anomalia comune in Europa solo alla Repubblica Ceca.
I colleghi della commissione Politiche UE, aggiungono:
L'addio alla Siae da parte di alcuni big della musica italiana, oltre a tanti altri artisti che si sono dichiarati contrari al suo monopolio, da agli dimostra che in Italia la gestione dei diritti d'autore in regime di monopolio da parte della Siae ha ormai fatto il suo tempo.
Ma Soundfree incontra anche i favori dei giovani industriali con il presidente Marco Gay che è favorevole alla liberalizzazione purché questa si muova all’interno di un quadro di regole chiare e precise:
Mi auguro che la direttiva Barnier possa essere recepita al meglio anche dal nostro Parlamento dove in tanti sostengono con convinzione le liberalizzazioni anche se delle resistenze continuano a ostacolare lo sviluppo del mercato libero, il nascere di nuovi soggetti imprenditoriali, di un'economia e di occupazione ad essi collegati - dice - l'apertura ad altri soggetti, sono certo, è anche uno stimolo per la stessa Siae a fare meglio.
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