Cocoricò, le parole di De Meis in conferenza stampa
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Dopo aver ascoltato per larghi tratti coloro che puntano il dito, è arrivato il momento di dar voce alla controparte. Nel pomeriggio di ieri, presso l'Hotel La Griffe di Roma, Fabrizio De Meis ha presieduto l'attesa conferenza stampa, il cui argomento principale è stato il temporaneo ritiro della licenza al Cocoricò dopo il provvedimento del questore di Rimini, Maurizio Improta.
Gli strascichi che si sono susseguiti dopo la morte del sedicenne Lamberto Lucaccioni, in quindici giorni di tempo, hanno prodotto una sentenza choc per la nightlife della Romagna: chiusura di 120 giorni per il noto club di Riccione, pochi giorni dopo l'annuncio delle dimissioni dalla carica di General Manager dello stesso De Meis che, nonostante l'abbandono della carica, ha scelto di non esimersi dal rilasciare dichiarazioni a mezzo stampa.
Il processo mediatico in atto da due settimane, dunque, trova ora una risposta da parte del principale azionista della discoteca. Il crollo di entrate ad agosto, centinaia di persone senza lavoro e, soprattutto, la resa al problema della droga. De Meis si scaglia contro il verdetto emesso due giorni fa:
La chiusura del Cocoricò è un danno ingente non solo per noi azionisti, che tanto abbiamo investito in una stagione estiva di primissimo livello. Si tratta di lasciare per strada ben 200 famiglie, i cui membri sono impegnati giorno e notte per la realizzazione di uno spettacolo di spessore internazionale. Si tratta di perdere un profitto di circa due milioni di euro, escludendo tutte le attività economiche collaterali, che permettono alla città di Riccione di poter attrarre numerosi turisti dodici mesi all'anno. Si tratta, infine e soprattutto, di arrendersi al problema della droga: stiamo voltando le spalle al problema, non lo stiamo risolvendo. Chiudere il Cocoricò non serve a nulla, se non si attuano misure di sensibilizzazione contro le sostanze stupefacenti.
Allo stesso modo, l'ex numero uno del club romagnolo parla delle iniziative anti-droga avviate negli ultimi anni, annunciando anche un ricorso al Tar per la chiusura della discoteca:
Tutto questo non ha senso. Anche noi siamo distrutti per la morte di un ragazzo di 16 anni, ma non è in questo modo che si combatte la cultura dello sballo da ecstasy. Abbiamo messo in atto diverse iniziative contro le sostanze stupefacenti: il Cocoricò ha avviato le pratiche perchè si potesse prendere in esame la pena del Daspo per chi vende e assume droga nei locali, ma ha anche spinto per misure preventive come il tampone prima di entrare in discoteca. Pratiche che, stando al provvedimento del questore di Rimini, sono cadute nell'indifferenza generale. Vorrà dire che la prossima mossa sarà quella di un ricorso al Tar per combattere la chiusura di quattro mesi.
Mentre la classe politica nazionale si lancia nella prassi della condanna populista, De Meis prova dunque a tracciare un percorso da seguire nei prossimi mesi, a prescindere da ciò che accadrà al Cocoricò dopo aver seguito le diverse vie legali. Il rischio di una prolungata battaglia mediatica, senza che si riesca a giungere ad una valida soluzione, sembra altissimo: agosto può considerarsi ormai andato, con la serata di Martin Garrix del 31 luglio a chiudere la programmazione, ma dalla stagione autunnale è d'obbligo una collaborazione concreta, non solo di facciata, affinchè si possano avviare le tanto auspicate campagne di sensibilizzazione contro l'uso di sostanze stupefacenti. La repressione non solo non basta, ma non è nemmeno la soluzione al problema.
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