Lollapalooza Parigi: la recensione
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Noi di EDM Italy non abbiamo dubbi: il Lollapalooza parigino è sicuramente una delle nuove imperdibili tappe della musica elettronica in Europa. Come tutti sanno, il festival statunitense è famoso per aver ospitato sempre generi diversi all'interno delle sue line up ed è proprio da ciò che ha ottenuto i suoi primi traguardi nei primi anni 90. Bensì, la musica era spesso caratterizzata da rock, punk e rap underground, molto distante dall'EDM che ormai ha colonizzato non solo Parigi ma anche le altre edizioni oltreoceano. Oggi però quest'ultima si è conquistata un intero palco, il "Perry's stage", che al pari del principale ha riempito la pista ed ha infuocato la capitale francese per ben 10 ore di fila.
Line up (EDM) - Voto: 8
Tralasciando le leggende presenti sui primi tre stage, il nostro caro Perry ha ospitato artisti che quest'anno si sono esibiti sui principali palcoscenici mondiali, da chi è salito per la prima volta sul mainstage del Tomorrowland a chi ha invece concluso l'Ultra Music Festival di Miami. La "Pardon my french" ha dominato la chiusura di entrambe le giornate, con la solita classe che contraddistingue la future house di Tchami, e con l'adrenalinica bass music e dubstep di DJ Snake, non adatta ai deboli di cuore. Quest'ultimo ha infine chiuso il festival, come è suo solito fare, portando in scena un B2B con svariati artisti, tra cui Jauz, Kayzo e Don Diablo, che ci ha fatto ben presto comprendere perchè tutti i principali eventi mondiali lo desiderano sui loro palchi a fine serata.
Location - Voto: 9
Il luogo dell'evento era spettacolare, situato all'interno dello storico ippodromo di Longchamp, dove pure l'imperatore francese Napoleone III si recava da spettatore. Facile da raggiungere dal centro città con i mezzi pubblici ma anche provvista di navette gratuite che attraversavano svariate zone della città, sia ad inizio che a fine evento. Vi erano presenti 4 palchi, allestiti sempre in modo diverso in base agli artisti, a tal punto da necessitare ben due mainstage che si alternavano ogni ora. L'unica pecca era nel Perry's stage, dove a forza di pogare (incontrastati da nessuna sicurezza, ndr.) la sabbia si alzava molto alta e ci faceva rivivere il Burning Man del deserto di Black Rock.
Organizzazione - Voto: 7
Luoghi di ristoro ovunque e diversi tra loro, molto stile Tomorrowland, che saziavano ogni necessità. Il cashless era alla base di tutto, come nei principali festival europei, grazie al tipico bracciale elettronico che ci risponde ancora una volta alla domanda "L'Italia è alla pari del resto d'Europa?": assolutamente NO! Pochi bagni, ma dopotutto è un problema che anche il mostro sacro belga ha risolto da poco. Impossibile inoltre tralasciare che tra i numerosi stand per l'intrattenimento vi era addirittura un simulatore di caduta libera. Si, avete letto bene.
Infine possiamo con certezza affermare che il Lollapalooza di Parigi crescerà ancora e potrebbe svilupparsi ancora di più nel ramo della musica elettronica, lasciando invece la musica indie/rock nelle mani dell'alternativa tedesca. Come anticipato, il primo anno è stato un grande successo e ci auguriamo non sia l'ultimo!
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