Negramaro, il nuovo video Sei tu la mia città è un vero regalo ai fan
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Lo scorso 23 aprile i avevano lanciato a sorpresa il singolo "Sei tu la mia città", che anticipa il nuovo e attesissimo album in uscita nel 2015. Ieri notte (4 maggio) la band salentina ha pubblicato su YouTube il video ufficiale del brano.
La canzone, scritta da , nasce da un lungo viaggio tra New York, Nashville, Londra e Madrid fatto dai sei musicisti per registrare il nuovo disco, fino a fare ritorno alla loro terra d'origine, la Puglia, per la precisione il Salento.
Il videoclip di "Sei tu la mia città", diretto da Gabriele Surdo, è un viaggio nella città fantastica dei Negramaro, un luogo fatto di musica e di momenti condivisi tra i membri del gruppo: un tramonto, la campagna, qualche sguardo, attimi rubati qua e là.
È una sorta di regalo ai fan, perché li trasporta in quella dimensione privata, quasi intima, che precede la nascita di ogni nuovo album e che è fatta di giorni chiusi in sala prove e in studio di registrazione. Come hanno spiegato Giuliano e company:
L'idea nasce dal non voler lasciare fuori il pubblico, ma di invitarlo ad entrare e a scoprire quel processo delicato e affascinante che segna il nascere di un pezzo e che è difficile raccontare solo a parole.
A seguire il testo della canzone.
Testo Sei tu la mia città - Negramaro
La strada si aggroviglia nei tuoi capelli
i lampioni che esplodono come fanali nei tuoi occhi
hai il cuore che sa di asfalto e di preghiere
e le macchine che attraversano senza più guardare
e sciogliti i capelli nel fango solo se ci riesci
e allacciami i tuoi dubbi alle scarpe
se poi tu non mi credi
se non mi credi
Il cielo lo reggono ancora i miei difetti
le mani si incastrano e formano grattacieli
le scuse attaccale bene così non cadi
le unghie affilate resistono tagliando i vetri
e asciugami i pensieri col fiato degli ultimi alberi
accendimi di notte le insegne dei più bei ricordi
concedimi la pace e i treni senza più rimorchi
e puntami negli occhi come un tram a fari spenti
investimi di luce se non mi vedi ancora in piedi
Sei tu la mia città
sei tu la mia città
che mi spaventa quando è sera
e mi addormenta la mattina
e mi ricorda di esser tanti
uno solo in mezzo a tanti
quando hai voglia di sentire
addosso il brivido degli altri
perché tu sei la città
sei tu la mia città
Le case che aprono le gambe agli sconosciuti
e le chiese sono bocche di donne con i fucili appesi
le fabbriche sono vecchi indiani che fanno segni
il fumo porta via con sé gli ultimi avanzi
nascondimi dagli altri son troppo comodi i tuoi denti
e sputami poi fuori quando stenderai i tuoi panni
e lavami nel fiume se vorrai ancora indossarmi
e rimboccami le maniche quando pioverà dai muri
e soffiami sul mondo come quasi fossi vento
Sei tu la mia città
sei tu la mia città
che mi spaventa quando è sera
e mi addormenta la mattina
e mi ricorda di esser tanti
uno solo in mezzo a tanti
quando hai voglia di sentire
addosso il brivido degli altri
perché tu sei la città
sei tu la mia città
che si colora quando è sera
mentre i vicoli sono neri
e ti ricordi solo allora della tua vera natura
ed hai bisogno un po' di me
per sentirti meno sola
per sentirti una città
che resta sempre ancora accesa
Sei tu la mia città
sei tu la mia città
che mi spaventa quando è sera
e mi addormenta la mattina
e mi ricorda di esser tanti
uno solo in mezzo a tanti
quando hai voglia di sentire
addosso il brivido degli altri
perché tu sei la città
sei sempre e solo la città
che si colora quando è sera
mentre i vicoli sono neri
e ti ricordi solo allora della tua vera natura
e hai bisogno un po' di me
per sentirti meno sola
per sentirti una città
che resta sempre ancora accesa
sei tu la mia città
sei tu la mia città
sei tu la mia città
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