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#Rompiamoilsilenzio: anche Maria Elena Boschi sostiene Mika contro l'omofobia

Il ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento è intervenuta sulla vicenda che ha coinvolto Mika dopo le scritte omofobe apparse a Firenze.
Mika

Continua a crescere la polemica scoppiata sul web dopo gli insulti omofobi apparsi su alcuni dei manifesti del concerto di a Firenze.

Tornando alla vicenda, ricordiamo che alcuni ignoti personaggi hanno scritto "Frocio" sui cartelloni dell'evento, provocando la reazione indignata dei social network che ha dato vita all'hastag #rompiamoilsilenzio.

Personaggi vip e non hanno espresso tutta la propria solidarietà al cantante libanese, gay dichiarato da almeno otto anni ed hanno condannato il terribile quanto ignobile insulto omofobo.

Tra i personaggi illustri che hanno appoggiato l'hastag da oggi c'è anche Maria Elena Boschi. Il rappresentante del Governo ha addirittura comprato due biglietti per il live fiorentino ed ha accompagnato la foto dei ticket con un messaggio: "A Firenze il 30 settembre ‪#‎rompiamoilsilenzio‬ con la musica di @mikasounds!"

Nel frattempo, il cantante di Stardust ha affidato il suo pensiero sulla questione ad una lettera inviata alla redazione del Corriere della Sera, nella quale spiega i motivi che lo hanno portato a reagire, invece che restare indifferente.

Le parole del cantante sono un vero e proprio spaccato di vita che hanno raccontato il disagio del Mika adolescente nel rapportarsi con un contesto sociale che lo discriminava per una sessualità, peraltro, ancora da scoprire:

A scuola ero così, inerme. Se allora avessi risposto mi avrebbero picchiato e non avrei ottenuto altro che tornare a casa con un livido in faccia. So che cos’è il bullismo, mi venivano addosso. Per razzismo, per il fatto che mia madre era grassa o perché in quel periodo avevamo problemi di soldi. Soprattutto, l’80 per cento delle volte, per la mia sessualità. Prima ancora che io fossi consapevole della mia sessualità.

L'artista si è sentito nuovamente sconfitto dalla propria diversità, ma è a quel punto che ha deciso di reagire, così come confermato dalle sue stesse dichiarazioni:

Messo di fronte a quel poster mi sono sentito di nuovo come quel ragazzo. La mia risposta istintiva è stata leccarmi le ferite, chiudere gli occhi, proiettarmi in avanti. È un riflesso automatico, lo stesso che prende la maggior parte delle persone che sono state vittime dei bulli: girati, tieniti dentro tutto. È una delle poche volte nella mia vita in cui sono stato costretto a scegliere il confronto diretto su bullismo e omofobia, mi sono reso conto di quanto le cose siano cambiate, di quanto io sia cambiato. È stato per la reazione delle persone sui social network, per i miei amici e, devo ammettere, per i miei compagni di lavoro. Rifiutando di riconoscere gli insulti, avrei commesso un errore: avrei dimenticato il tredicenne che sono stato e avrei fatto male alle persone che non hanno quel lusso e quel privilegio.

Possiamo solo dire: "Mika non mollare".

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