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La canzone da dedicare a una professoressa che nessuno osava scrivere

Lei si chiama Ilenia Volpe e questa è la canzone che tutti avrebbero voluto dedicare alla propria professoressa durante i tempi della scuola, ma che nessuno osava scrivere.

In principio fu Tricarico che con la sua "Puttana, puttana, puttana la maestra" - che in realtà si intitolava "Io sono Francesco" - fece felici milioni di bambini traumatizzati dalle megere che infestavano (e forse infestano ancora) la scuola elementare.

Adesso ci pensa Ilenia Volpe, che si definisce una "cantautrice rumorosa", a scrivere la canzone perfetta da dedicare a una professoressa: in questo caso si tratta di quella d'italiano, ma poi ognuno può declinarla a suo piacimento, a seconda del prof che vi interroga più spesso. Questa è "La mia professoressa di italiano" (fate attenzione al bellissimo ritornello) ed è molto incazzata, abbastanza punk e anche un po' sado-maso.

La canzone che nessuno osava scrivere, ma che in molti avranno pensato durante i tempi della scuola, fa parte dell'album d'esordio di Ilenia Volpe, "Radical chic un cazzo" (titolo fantastico), prodotto da Giorgio Canali (ex CCCP e CSI).

Nel disco sono anche due cover: "Direzioni Diverse" del Teatro Degli Orrori e "Fiction" di Umberto Palazzo e il Santo Niente. Diciamo che l'attitudine punk, rock, grunge è abbstanza evidente, soprattutto nelle parole di Ilenia: "Quando mia nonna mi narrava di guerre, di occhi incontinenti, di malarie e malauguri, io immaginavo la rivoluzione".

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